BMW 420i Coupé – Anima granturismo
Impressioni di guida
Fino a qualche anno fa le BMW con propulsori due litri erano in genere poco brillanti e, a questa tendenza non sfuggivano nemmeno i modelli d’impostazione sportiva. Oggi non è più così, perché da un lato la riduzione dei pesi (secondo la politica di Monaco del lightweight intelligente) e dall’altro il ricorso alla sovralimentazione, hanno reso le versioni “duemila” molto performanti. L’esempio è dato dall’unità che equipaggia la BMW 420i Coupé oggetto del nostro test, ossia un 4 cilindri 1.997 cc a iniezione diretta di benzina e tecnologia TwinPower Turbo. Quanto basta per erogare 184 CV di potenza massima, consentendo lo scatto da 0 a 100 km/h in 7”3/10 e la velocità di punta pari a 236 km/h. Il tutto mantenendo più che accettabili i consumi di benzina, come attesta la media dichiarata nel ciclo misto di 6,1 litri per 100 km.
Family feeling accentuato
Stilisticamente la BMW Serie 4 Coupè prende spunto dalla prestigiosa Serie 6 Coupé, di cui ne ripropone “in scala ridotta” anche il concetto di gran turismo. In altre parole, la vettura è ben più slanciata rispetto alla progenitrice, proponendo nel contempo livelli di comfort e abitabilità decisamente superiori a prima. L’ispirazione alla Serie 6 prosegue all’interno, dove si evidenzia lo stesso volante e l’analoga impostazione del cockpit rivolta verso il pilota, nonché l’iDrive molto simile. Quanto al sedile di guida, è possibile regolare molto in basso il piano di seduta (ancor più rispetto all’attuale Serie 3 berlina). Inoltre, tanto la scelta dei materiali quanto gli assemblaggi risultano soddisfacenti. Peccato però che le guide di scorrimento dei sedili anteriori siano parzialmente scoperte; una nota francamente un po’ stonata per una vettura del genere.
Puro piacere di guida
La BMW 420i Coupé oggetto della nostra prova è equipaggiata dal cambio automatico a 8 rapporti opzionale, che si accorda perfettamente con le qualità del propulsore due litri TwinPower Turbo. Quest’ultimo, infatti, sorprende per la reattività appena oltre il minimo, accompagnata dalla progressione che non fa rimpiangere assolutamente i motori plurifrazionati. Certo, ovviamente la sonorità non è quella melodiosa del motore 6 cilindri in linea BMW (disponibile a partire dalla versione 435i), tuttavia non si riscontrano vibrazioni e ruvidità nemmeno all’approssimarsi del limitatore di giri. E questo, lasciatecelo dire, per un “4 in linea” è un gran bel punto a favore. Quanto al cambio automatico a 8 rapporti, si tratta del ben noto ZF a convertitore di coppia utilizzato da moltissimi marchi. Riteniamo che l’interpretazione BMW a livello di software sia la migliore, poiché consente passaggi di marcia morbidissimi nei setaggi normali e assai veloci impostando le funzionalità Sport o Manuale. Quest’ultima si gestisce sia con le levette al volante, sia con la pratica leva che ha il corretto layout “a tirare” per salire di rapporto e “a spingere” per scalare.
Maneggevolezza
Diciamo subito che “l’anima granturismo” della BMW 420i non è andata minimamente a scapito di handling, tenuta di strada e stabilità. Tutti aspetti, questi, decisamente migliori rispetto alla Serie 3 Coupé, nonostante la taratura delle sospensioni abbia un maggior “occhio di riguardo” al comfort rispetto al passato. La trazione posteriore, la ripartizione dei pesi pari a 50:50 tra i due assali e le sospensioni anteriori a doppio snodo e posteriori multilink a cinque bracci, continuano a essere i garanti principali di una precisione rimarchevole in curva. Certo, come da tradizione BMW permane un lieve sottosterzo in fase d’ingresso, che tuttavia lascia ben presto spazio a una rassicurante neutralità di comportamento. Il sovrasterzo di potenza è sempre possibile, manifestandosi in modo più o meno accentuato a seconda del programma elettronico di stabilità inserito, ma fa parte del piacere di guida. Difetti? Lo sterzo potrebbe essere un filo più comunicativo, ma si tratta di andare a cercare il classico “pelo nell’uovo”.
Gianmarco Barzan
05/02/2014 – 18:35