Impressioni di guida
Con l’esordio della terza generazione, la Mini Cooper porta al debutto un motore tre cilindri 1,5 litri. Tale propulsore è caratterizzato dalla tecnologia Mini Twin Power Turbo, ovvero turbocompressore, iniezione diretta di benzina, comando valvole variabile e variatori di fase.
Quanto basta ad assicurare la potenza massima di 136 CV, erogata da 4.500 a 6.000 giri/min., ma soprattutto un picco di coppia pari a 220 Nm. Valore espresso da 1.250 a 4.000 giri/min.. Conseguentemente, l’accelerazione 0-100 km/h si compie in 7”9/10 (con cambio manuale a 6 rapporti di serie), mentre la velocità massima è di 210 km/h. Inoltre, secondo la Casa di Oxford, la Mini Cooper fa segnare un consumo medio di carburante compreso tra 4,5 e 4,8 litri per 100 km.
E’ cresciuta in tutto – Rispetto al modello precedente, la nuova Mini Cooper vede aumentate la lunghezza di 98 mm, la larghezza di 44 e l’altezza di 7 mm. Inoltre, il passo allungato (+28 mm) e le carreggiate ampliate (+42 mm anteriormente e + 34 mm posteriormente) danno un aspetto più importante alla vettura. E a proposito di estetica, la Mini Cooper terza generazione è rimasta fedele al linguaggio formale del Marchio, riproponendo dettagli come la calandra del radiatore esagonale, i gruppi ottici e le luci posteriori con ampia cornice cromata e la vetratura a giorno delle portiere. In sostanza la linea è quella sbarazzina e accattivante di sempre, pur con significative implementazioni soprattutto a livello di luci (con ampio ricorso ai LED). Infine, se proprio dobbiamo muovere un appunto, questo riguarda i gruppi ottici posteriori non propriamente… mini.
Abitabilità migliorata – Per quanto concerne gli interni, la nuova Mini Cooper si avvantaggia di regolazioni ampliate relative ai sedili anteriori, nonché della seduta allungata riguardo il divanetto posteriore (+23 mm rispetto alla generazione precedente). Migliorati anche lo spazio per le spalle e per le gambe e il comfort d’accesso per i passeggeri posteriori, mentre il volume del bagagliaio ammonta a 211 litri (51 in più di prima).
Dettagli premium – L’abitacolo appare meglio rifinito rispetto alla generazione precedente, grazie in primis all’estensione dei materiali gradevoli al tatto, nonché alle guide di scorrimento dei sedili ricoperte. La strumentazione per parte sua evidenzia un inedito layout, collocato sul piantone dello sterzo, con contagiri a sinistra e un ampio tachimetro a destra. Rimane il tipico strumento centrale delle Mini di sempre che, a seconda dell’allestimento scelto, comprende un display Tft o uno schermo a colori da 8,8” per varie visualizzazioni (dai comandi vettura al sistema infotainment).
Una progressione entusiasmante – Per quanto riguarda il motore, diciamo subito che la nuova unità della Mini Cooper “fa di tutto per nascondere” il frazionamento a tre cilindri. E ci riesce benissimo, a onor del vero, poiché la silenziosità è notevole e non vi sono vibrazioni di sorta, né tantomeno ruvidità di funzionamento. Ma il vero “piatto forte” di questo tre cilindri turbocompresso da 136 CV è la progressione incisiva e costante, a partire dai regimi appena oltre il minimo. Quanti ricordano la cronica pigrizia al di sotto dei 4.000 giri/min. delle precedenti Mini Cooper, sia con il vecchio motore Chrysler Pentagon che con il più moderno propulsore di derivazione PSA, stenteranno a crederci. Il massimo si ottiene, comunque, selezionando il Mini Driving Modes (un dispositivo che varia la risposta del motore e dell’assetto) in Sport. A quel punto, staccare lo 0-100 km/h in 7”9/10 diviene “un gioco da ragazzi”, complice la frizione dalla corsa contenuta e il cambio manuale con innesti molto veloci.
Go kart feeling confermato – La Mini, indipendentemente dalle generazioni, ha una capacità innata di “danzare” tra le curve con la massima agilità, “bagnando il naso” a sportive decisamente più potenti e assicurando tenuta di strada e stabilità rimarchevoli. Doti riassumibili nella parola di “Go kart feeling”, un concetto che sulla terza edizione viene non solo confermato ma addirittura implementato. In altre parole, negli inserimenti in curva è veramente difficile veder comparire il sottosterzo, mentre giocando con i trasferimenti di carico la coda aiuta a chiudere la curva stessa con un leggero sovrasterzo.
Il tutto è costantemente vegliato dall’elettronica di controllo, che tuttavia non sminuisce affatto il piacere di guida, mentre lo sterzo sulle prime appare sin troppo diretto. Ma è questione di farci l’abitudine; il vero difetto della Mini Cooper è un altro, ovvero il prezzo. Si parte, infatti, da un listino di 20.700 €, destinato poi a lievitare ricorrendo ai numerosi optional.
Gianmarco Barzan
25/02/2014 – 15:48