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Peugeot RCZ R – Volere volare


peugeot_rcz_guida_05Impressioni di guida

 La potenza specifica di 169 CV/litro è sicuramente il dato più eclatante della Peugeot RCZ R. Dal propulsore a benzina turbocompresso di 1.598 cc, infatti, sono stati estratti 270 CV a 6.000 giri/min., mentre la coppia ammonta a 330 Nm nell’arco di regimi che parte da 1.900 e culmina a 5.500 giri/min.. Probabilmente a questo punto vi domanderete se tale potenza non sia esagerata per un “millesei”. La risposta è no, poiché rispetto all’unità 1.6 THP da 200 CV sono state introdotte parecchie modifiche. Più in dettaglio, il monoblocco è rinforzato mediante uno specifico trattamento termico, i pistoni sono forgiati e raffreddati ad olio e i collettori di scarico sono completamente ridisegnati, al pari delle bielle. Infine, anche il turbocompressore è specifico. Quanto alle prestazioni, la Casa di Sochaux dichiara 5”9/10 nell’accelerazione 0-100 km/h e 250 km/h di velocità massima.

270 CV tutti davanti – La domanda sorge spontanea: come si comporterà la Peugeot RCZ R con i suoi 270 CV associati alla sola trazione anteriore? Le premesse per fare una bella figura ci sono tutte, a cominciare dal differenziale autobloccante. Quest’ultimo non è il solito upgrade elettronico dell’ESP, bensì un sistema meccanico Torsen che ottimizza la trazione quando si richiedono le massime prestazioni. Inoltre, a livello sospensivo la taratura di molle e ammortizzatori è decisamente irrigidita rispetto alle altre RCZ, mentre per parte loro le carreggiate risultano allargate. Completano l’opera gli pneumatici Goodyear Eagle F1 dalla generosa misura di 235/40-19.

Il turbo si sente – Dopo esserci accomodati nell’abitacolo sportivo della RCZ R, nonché effettuate le regolazioni di rito (il sedile guida rimane però un po’ troppo alto) avviamo il motore e cominciamo il nostro viaggio. Ovviamente i primi chilometri li percorriamo “al piccolo trotto”, cambiando marcia a bassi regimi per stabilizzare le temperature e prendere confidenza con la vettura. Al primo rettilineo libero, rigorosamente fuori città, affondiamo l’acceleratore in seconda. Fino a 2.000 giri/min. il propulsore spinge come un normalissimo 1.600, ma una volta superato questo regime il turbocompressore entra in piena azione dando “una bella botta” come avveniva in ben altri tempi. La forza del motore è semplicemente impressionante e, complice il cambio manuale a 6 marce con rapporti corti, è un attimo trovarsi al limitatore di giri. In altre parole si tratta di un’erogazione entusiasmante, che ricorda a chi scrive il comportamento del propulsore della Ford Escort Cosworth prima serie. In sintesi, guidando la Peugeot RCZ R si riscopre il piacere di un turbo che spinge seriamente e non fa assolutamente “muro” agli alti regimi. Quanto alla trazione, il differenziale autobloccante Torsen svolge egregiamente il proprio lavoro senza dare “schiaffi” eccessivi allo sterzo. Tutto questo nonostante il braccio di sterzo dell’avantreno pseudo McPherson non sia disaccoppiato dal gruppo molla -ammortizzatore, come avviene per esempio sull’Opel Astra GTC ed alcune Renault RS.

 Divertente tra le curve – Guidando la Peugeot RCZ R al limite in pista, emerge il carico aerodinamico superiore rispetto alle “sorelle meno potenti”. La migliore deportanza, infatti, è assicurata dal lavoro congiunto tra l’alettone fisso posteriore e il diffusore dietro, ragion per cui la vettura risulta piatta e precisa alle altissime velocità. Le staccate al limite sono ben gestite dall’impianto frenante, di cui i dischi anteriori vantano pinze a 4 pistoncini. Inoltre, la pressoché totale assenza di beccheggio aiuta a prolungare la frenata fin dentro la curva, caricando adeguatamente l’avantreno e scongiurando il sottosterzo. Sottosterzo che è comunque minimo adottando una guida meno arrembante, così come viene annullato lasciando inserito l’ESP. In sintesi, la Peugeot RCZ R è una sportiva di gran razza, capace di reggere tranquillamente il ritmo di una Porsche Cayman e di entusiasmare piloti sportivi di lungo corso. Se poi avesse lo sterzo un po’ meno leggero diventerebbe perfetta.

 Gianmarco Barzan
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