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BMW M235i Coupé: Puro piacere di guidare

 Impressioni di guida

Motore 6 cilindri in linea 3 litri con tecnologia M Performance TwinPower Turbo, 326 CV, accelerazione 0-100 km/h in 4”8/10 e velocità massima di 250 km/h costituiscono i dati salienti della BMW M235i Coupé. Una sportiva che impiega la classica trazione posteriore, a pieno beneficio della precisione e del divertimento alla guida. Il tutto mantenendo consumi di benzina più che accettabili, come testimonia il valore dichiarato in 7,6 litri per 100 km nel ciclo combinato.

 Insieme di raffinatezze

La tecnologia M Performance TwinPower Turbo associa diversi aspetti pregiati riassumibili in: turbocompressore Twin-Scroll, iniezione diretta di benzina High Precision Injection, comando valvole variabile Valvetronic e Doppio Vanos. Quest’ultimo, in particolare, consta nella fasatura variabile delle valvole sia sul lato di aspirazione che su quello di scarico. L’unione tra questi mirabili esempi di alta tecnologia favorisce uno spiegamento ottimale della coppia, come testimonia il picco di 450 Nm che si mantiene costante da 1.300 a 4.500 giri/min.. In altre parole, il motore è elastico e reattivo ad ogni regime consentendo riprese celeri e allunghi imperiosi, indipendentemente dalla marcia innestata. A quest’ultimo riguardo, la M235i Coupé oggetto del nostro test ha il cambio automatico (optional) a 8 rapporti. Si tratta di un sistema con il classico convertitore di coppia, capace di coniugare come nessun altro la sportività al comfort, dimostrandosi migliore della maggior parte dei cambi a doppia frizione.

 “Anche l’orecchio ha la sua parte”

Regolazioni di guida effettuate, cintura allacciata e contatto sul pulsante Start; il motore si mette in moto nel sound inconfondibile delle unità 6 cilindri BMW. E’ un rombo raffinato e nel contempo aggressivo, che ti riporta a tempi lontani perché è lo stesso di sempre nonostante le normative stringenti e la sovralimentazione (che tende ad attenuare le “note”). Questa “orchestra meccanica” raggiunge l’apice selezionando il programma più sportivo del cambio automatico, dando vita a sonori “botti” allo scarico durante le brevissime interruzioni di coppia a salire di rapporto, nonché nelle doppiette in scalata.

Progressione entusiasmante

Il binomio cilindrata elevata e turbocompressore è foriero di una spinta notevole, che parte dai regimi appena oltre il minimo e si distende in una progressione entusiasmante, interrotta solamente dal limitatore di giri (selezionando l’opzione manuale del cambio automatico). Il classico ritardo di sovralimentazione è ridotto ai minimi termini grazie al layout della turbina stessa, mentre la spinta della medesima induzione forzata si mantiene forte anche in prossimità del regime di potenza massima. Quest’ultimo è un fattore tutt’altro che scontato riguardo i turbo moderni.

 

 Come sui binari

La BMW M235i Coupé si dimostra il benchmark della propria categoria in termini di tenuta di strada, stabilità e maneggevolezza. Al riguardo, l’avantreno con geometria a doppio snodo e il retrotreno multilink a 5 leve agiscono in perfetta simbiosi, favorendo il pieno appoggio degli pneumatici e il recupero ottimale del camber in curva. Senza dimenticare il ruolo fondamentale giocato dalla trazione posteriore; soluzione che contribuisce alla distribuzione 50-50% sui due assi, lasciando inoltre allo sterzo il compito di gestire solamente le forze direttrici, a tutto vantaggio della precisione e linearità del comando. Infine, il controllo elettronico di trazione e stabilità DSC interviene solo quando è strettamente necessario, senza penalizzare la guida sportiva, ma si può anche escludere completamente (a patto di avere “sale in zucca” e trovarsi in pista).
Naturalmente anche la BMW M235i Coupé non è esente da difetti. Al riguardo lo sterzo potrebbe essere ancor più diretto, mentre le levette del cambio sono troppo piccole e girano assieme al volante, creando confusione nelle rotazioni oltre i 90°. Peccati veniali s’intende, messi ampiamente in secondo piano dalle eccellenti qualità complessive del modello. “Altro che la 2002 Turbo di quarant’anni fa”, ci sorge spontaneo affermare con tutto il rispetto parlando.

Gianmarco Barzan

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