Eguagliare il suo presidente Niki Lauda e Jim Clark non è roba da poco. Venticinque vittorie in carriera, la terza consecutiva in questo 2014 e la terza anche qui in Cina. Lewis Hamilton ha dominato a Shanghai. Una Mercedes che si conferma dominante, che ha permesso all’inglese di trasformare la pole in successo, senza mai cedere il comando nei 56 giri. Anzi, no: 54 giri. Perché in questa gara c’è anche il giallo dell’errore umano: la bandiera a scacchi è stata sventolata con 2 giri d’anticipo (e Hamilton a un certo punto ha anche chiesto al muretto quanto mancasse, perché qualcosa non gli tornava…). Sarebbe cambiato qualcosa?
Probabilmente sì, forse anche il terzo gradino del podio, ma la gara è stata convalidata con 54 giri, storia chiusa. Anche se la cosa lascia molto perplessi in un’era tanto tecnologica…
Secondo Nico Rosberg,
che ha portato a casa questo risultato contro tutto, nonostante il contatto con Bottas al via, la telemetria non funzionante, e frutto della sua grinta, che gli consente di mantenere la testa della classifica. Partito 4° dietro le due Red Bull, Rosberg si è ritrovato 7° e ha anche dovuto leggere i consumi di carburante al muretto, facendo una gara d’altri tempi, quelle in cui l’uomo era al centro dei GP. Così, dopo aver ripassato la Force India di Nico Hulkenberg e la Williams di Felipe Massa, il tedesco della Mercedes ha passato Ricciardo conquistando il 4° posto nel primo round di pitstop. Poi il sorpasso su Sebastian Vettel, che ha iniziato a perdere terreno dopo il secondo pitstop, costretto a subire la comunicazione dei box “lascia passare Ricciardo”. Cosa che il Campione non ha fatto né volentieri né subito, dando filo da torcere al compagno di squadra, che l’ha infilato con decisione nel giro 26.
I due della RBR hanno chiuso 4° e 5°, alle spalle di Fernando Alonso, con la Ferrari che torna sul podio dopo 4 gare e che ha rischiato grosso al via, quando è stato toccato dalla Williams di Felipe Massa, fortunatamente senza conseguenze. Una strategia perfetta con la chiamata anticipata per la prima sosta ha permesso allo spagnolo di passare Vettel e piazzarsi al 2° posto, anche se il miglioramento della F14 T non è stato sufficiente per resistere all’attacco della Mercedes di Rosberg, che l’ha passato nel giro 42, portando a casa la terza doppietta consecutiva per la Stella.
Alonso (che ha chiuso a oltre 25” dal leader) ha dovuto fare un lungo stint con l’ultimo set di pneumatici ed è comunque riuscito a tener dietro Ricciardo, con un vantaggio di 1,2 secondi alla bandiera a scacchi, mentre Vettel ha chiuso a 24 secondi dal compagno di squadra.
Giornata assolutamente nera per Felipe Massa che, dopo una partenza spettacolare e sopravvissuto al contatto con Alonso al via, ha visto svanire la sua gara nel primo lunghissimo pitstop, per un problema alla posteriore sinistra, e ha chiuso 15°. Sesto Nico Hulkenberg con la Force India, davanti alla Williams di Bottas, davanti alla Ferrari di Raikkonen, 8°, alla Force India di Sergio Perez e, a chiudere la zona punti, la Toro Rosso di Daniil Kvyat.
A secco la McLaren, con Jenson Button 11° e Kevin Magnussen 13. E giornata no anche per la Lotus, con Grosjean costretto al ritiro per problemi al cambio e Maldonado 14°, dopo essere partito ultimo per il problema al motore di ieri che gli avevano impedito di scendere in pista per le qualifiche.
Il GP della Cina ci lascia quindi con alcune certezze: la forma pazzesca della Mercedes, sempre davanti in tutte e quattro le gare del 2014 e con due piloti egualmente competitivi; Daniel Ricciardo vera sorpresa della stagione (e lasciato libero dal team, a differenza di quanto accadeva con Webber…); una Ferrari migliorata rispetto al Bahrain e una RBR che cresce, nonostante l’evidente differenza in termini di potenza rispetto alle power unit Mercedes e anche Ferrari.
I numeri sono implacabili e dicono tutto: la Mercedes ha 154 punti in classifica, contro i 57 della RBR, i 54 della Force India e i 52 della Ferrari. Sarà per questo che Alonso sul podio non sprizzava gioia… A pensar male di fa peccato, si dice, ma quasi sempre ci si prende. E allora, com’è che Stefano Domenicali si dimette e gli ingegneri risolvono miracolosamente i problemi di erogazione di potenza e la F14 T risorge diventando (a Shanghai) la seconda forza in campo? Che la Ferrari torni sul podio fa felici tutti gli appassionati, ovvio, ma da qui a gridare al miracolo ce ne passa. E peccato che nessuno oggi abbia detto un grazie, pubblico, a chi ha lavorato fino a pochi giorni fa per arrivare fin qui… Solo Fernando è stato “costretto” a fare un accenno sollecitato da una domanda di Stella Bruno nel post-gara.
E adesso si pensa alla Spagna, tra tre settimane, con tutte le novità che arriveranno. E prima ci sarà anche una sessione di test. Sarà un po’ come ripartire da zero con tanti team che si presenteranno addirittura con delle versioni B. Ci sarà da divertirsi…
Barbara Premoli