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Infiniti Q50 Hybrid: “Scatto matto”

 Impressioni di guida

L’accelerazione 0-100 in 5”5/10 è forse il dato dell’Infiniti Q50 Hybrid che stupisce maggiormente. Merito del propulsore V6 benzina 3.498 cc, associato a un propulsore elettrico per una potenza massima di sistema pari a 364 CV. Il tutto a fronte di consumi irrisori, come attestano i 6,2 litri per 100 km nel ciclo combinato dichiarati, corrispondenti ad appena 145 g/km di CO2. In altre parole, la berlina Infiniti di segmento D ha “un’anima double face”, capace di accontentare sia il driver alla ricerca di emozioni sia il guidatore molto attento all’ambiente.

 Stile piuttosto convenzionale

Sarà anche questione di gusti, ma secondo noi la Q50 ha una linea abbastanza anonima, giustificata in parte dalla forma funzionale alla migliore aerodinamica possibile. Al riguardo è eloquente il Cx di soli 0.26, valore che contribuisce sia all’ottenimento delle alte prestazioni che dei bassi consumi. Quanto agli interni spiccano i doppi schermi con tecnologia touchscreen, ciascuno dei quali può visualizzare e gestire funzioni diverse. A titolo d’esempio, mentre sullo schermo superiore viene proiettato il percorso di navigazione, quello inferiore può essere utilizzato per monitorare i sistemi di climatizzazione, comunicazione o intrattenimento. Per quanto concerne l’abitabilità, grazie all’interasse di 2.850 mm, la Q50 riserva parecchio spazio a quattro passeggeri, ma il quinto è leggermente penalizzato dal classico tunnel centrale. Infine, il sedile posteriore è sdoppiabile nel frazionamento 60/40, mentre se proprio dobbiamo muovere un appunto questo riguarda le guide di scorrimento dei sedili anteriori parzialmente scoperte.

 Sedili ispirati alle ricerche NASA

I tecnici Infiniti hanno attinto nientemeno che al mondo spaziale per sviluppare i sedili della Q50. L’obiettivo, pienamente raggiunto, era di creare poltrone in grado di garantire comfort immediato, evitando nel contempo l’affaticamento durante i viaggi molto lunghi. Gli ingegneri che hanno lavorato al fianco dei ricercatori della Keio University, in Giappone, si sono ispirati a sofisticatissimi studi compiuti dalla NASA. Ricerche inerenti la posizione neutra che il corpo umano assume in assenza di gravità, al fine di ridurre al minimo il carico sull’apparato scheletrico e muscolare, consentendo così di mantenere la medesima posizione per lunghi periodi senza disagio. In dettaglio, i sedili hanno linea e struttura che assicurano un sostegno continuo alla colonna vertebrale dal bacino al torace, riducendo i carichi vertebrali e muscolari e migliorando la circolazione sanguigna. Conseguentemente, vi è la riduzione dell’affaticamento sulle lunghe distanze.

 Prestazioni (quasi) da record

Tornando a trattare di motori, il concetto Inspired Performance tipicamente Infiniti trova la massima espressione nella propulsione ibrida della Q50. Come accennato in apertura, grazie all’accelerazione 0-100 km/h in 5”5/10 questo modello figura tra le auto più veloci nella classe d’appartenenza, con un impatto a livello di emissioni decisamente ridotto. In dettaglio, il sistema Infiniti Direct Response Hybrid ha un “intelligente” dispositivo di controllo a motore singolo e doppia frizione perfezionato. Le modifiche rispetto alle precedenti applicazioni hanno l’effetto di migliorare la risposta e l’efficienza, oltre che di estendere ulteriormente l’autonomia di percorrenza in modalità elettrica. Inoltre, l’hardware di controllo del modulo ibrido e il pacco batterie agli ioni di litio sono collocati nella parte posteriore della vettura, lasciando un generoso spazio di carico nel bagagliaio pari a 400 litri. Quanto alla trasmissione vi è il cambio automatico a 7 rapporti, con funzione manuale attuabile mediante gli ottimali paddle in magnesio fissi al piantone.

 “Guidare il futuro”

La Q50 porta al debutto in anteprima mondiale la tecnologia Direct Adaptive Steering. Si tratta di un sistema di sterzo elettronico “by-wire” che offre risposte più rapide, maggiore precisione, l’eliminazione delle vibrazioni al volante e, soprattutto, consente al pilota di regolare non solo lo sforzo di sterzata ma anche il rapporto di demoltiplicazione. E’ importante notare che altri sistemi conseguono risultati simili con mezzi diversi, ma nessuno di questi è disponibile nel segmento di appartenenza della Q50 (lo stesso di Audi A4 e BMW Serie 3 per intenderci). In dettaglio, la regolazione dello sterzo viene eseguita sullo schermo touchscreen secondo tre modalità: Standard, Sport e Personalizzata. Nel settaggio Standard il comando è impostato per garantire la massima facilità di utilizzo per qualsiasi automobilista, su tutti i tipi di strada. L’assetto Sport aumenta lo sforzo di sterzata e rende il rapporto più diretto, ideale nelle strade ricche di curve. La modalità Personalizzata, infine, permette al guidatore di combinare a piacere lo sforzo di sterzata e il rapporto di demoltiplicazione in base allo stile di guida individuale e al tipo di strada. Leggero e reattivo, lento e pesante: la scelta sta all’automobilista. In sostanza la Q50 sarà tanto sicura e rilassante da guidare in autostrada quanto tranquillizzante e gratificante su un passo di montagna, oppure facile e leggera da manovrare nei parcheggi.

 La forza di un grande equilibrio

Al volante dell’Infiniti Q50 Hybrid impressiona favorevolmente la forza congiunta dei due motori, con i 364 CV che imprimono accelerazioni e riprese da supercar sportiva. Le cambiate dal canto loro sono abbastanza veloci, soprattutto in salita di rapporto, e i paddle fissi al piantone (la Q50 è l’unica nel segmento ad averli) risultano molto pratici nelle rotazioni del volante oltre i 90°. Quanto al comportamento in curva, la trazione posteriore (esiste anche una versione 4×4) e le sospensioni a doppi triangoli sovrapposti anteriormente e multilink posteriormente assicurano massima precisione. Il tutto viene pienamente assecondato dallo sterzo, il cui Direct Adaptive Steering richiede un minimo di apprendistato ma regala poi un feeling straordinario e, soprattutto, su misura. Infine, nelle continue inversioni di rollio tipiche delle successioni di curve la maneggevolezza potrebbe essere migliore (probabilmente il peso aggiuntivo del modulo ibrido incide un po’). Ma dinanzi alle tante qualità della Q50 Hybrid tale fattore diventa insignificante, al pari della linea non propriamente originale. “E poi, dove la trovi un’altra auto del segmento D con lo sterzo così avanzato”?

 Gianmarco Barzan

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