Dopo aver provato le versioni V6 e V8 Twin Turbo della Maserati Quattroporte, eroganti rispettivamente 410 e 530 CV, trovarsi dinanzi alla variante Diesel da 275 CV pone un solo interrogativo: “riuscirà ancora a emozionare?” Le premesse per far bene in tal senso ci sono tutte, a cominciare dal propulsore V6 3.0 turbodiesel realizzato dalla VM secondo specifiche Maserati. Un motore che non solo eroga 275 CV a 4.000 giri/min., come accennato poc’anzi, ma soprattutto sprigiona 600 Nm di coppia massima a 2.000 giri/min.. Perché la coppia, quando una vettura sfiora le due tonnellate come in questo caso, è decisamente più importante della potenza. E riguardo le prestazioni, queste non deludono certo in virtù dei 6”4/10 necessari per scattare da 0 a 100 km/h e della velocità massima pari a 250 km/h.
Sound da V8 a benzina
Siamo a Londra, più precisamente a Bond Street, quando prendiamo in consegna la Maserati Quattroporte Diesel. E’ inutile dire che gli occhi dei passanti sono tutti per lei e, da italiani, ci fa piacere constatare come la gente rivolga all’ammiraglia del Tridente sguardi di apprezzamento, ignorando una concorrente britannica parcheggiata nelle vicinanze. Sarà la calandra ispirata alla Maserati 250 F, saranno i vetri a giorno delle portiere così inusuali su una grande berlina, le feritoie laterali e tanti altri dettagli, ma la Quattroporte piace molto.
Lasciamo la city per l’autostrada, ma con il limite di velocità di 112 km/h si rischierebbe il “letargo” con un Transit, figuriamoci al volante della Maserati Quattroporte. Meglio godersi la musica diffusa dal Premium Audio System, con tanto di 10 altoparlanti, anche se talvolta vi è qualche “intrusione” dei vari bollettini del traffico. Già, il traffico è così caotico che ben presto abbandoniamo l’autostrada e il muso prominente della Quattroporte comincia a “mordere l’aria” della campagna inglese. Iniziano le curve e l’ammiraglia del Tridente non fa un plissé, mettendo in campo le migliori qualità in termini di tenuta di strada e maneggevolezza del segmento.
Gianmarco Barzan