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GP Spagna doppietta Mercedes. Ma grande Vettel!

Ai cicli ininterrotti di vittorie la F1 ci ha abituati da sempre. McLaren, Ferrari, Red Bull, adesso è la volta della Mercedes, di un altro pianeta, che a Barcellona ha portato a casa la quarta doppietta consecutiva, con Lewis Hamilton per quarta volta di seguito sul gradino più alto, davanti al delusissimi (e “ingrugnitissimo”) compagno di squadra Nico Rosberg, vicinissimo al traguardo. Terzo (e al primo vero podio in carriera, dopo quello toltogli in Australia) Daniel Ricciardo con una RBR seconda forza in campo, come prova anche la rimonta mozzafiato di Sebastian Vettel, partito 15° e giunto 4°.

Dominanti le Frecce d’Argento, che hanno fatto gara a sé, con distacchi imbarazzanti per i rivali: 52 secondi su Ricciardo e il doppiaggio della Ferrari di Raikkonen, 7°. Partito dalla pole, Hamilton non ha mai ceduto il comando, se non in occasione del primo pitstop.
Rosberg ha tentato una strategia alternativa restando in pista 3 giri in più nel primo stint e montando le hard nel secondo, a differenza di Lewis che ha chiuso la gara con le gomme più morbide. Obiettivo: passare l’inglese anticipando l’ultima sosta. Ma Hamilton aveva un vantaggio di 4 secondi quando il team l’ha richiamato ai box nel giro 43, cosa che gli ha permesso di mantenere la posizione, con lo svantaggio del graining e degli pneumatici più lenti. Ultimi giri da trattenere il fiato, con Rosberg sempre più vicino ma ha dovuto arrendersi, chiudendo a 0,6 secondi da Hamilton, che diventa quindi leader della classifica, con 100 punti tondi tondi, contro i 97 di Nico. E all’inizio la tensione e l’imbarazzo tra i due si tagliavano col coltello, stemperati poi sul podio.

Alle spalle della RBR di Ricciardo, la 4° posizione sembrava saldamente nelle mani della Williams di Valtteri Bottas, fino all’attacco, a due giri dalla fine, della RBR di Sebastian Vettel. Quante volte ci siamo chiesti, negli anni dei suoi domini, se sarebbe stato in grado di lottare nel traffico…

Quante volte abbiamo letto e scritto “Sì, facile vincere con una macchina così, ma se ne guidasse un’altra?”. Ecco, oggi il quattro volte Campione ha dimostrato di avere… gli attributi (e diciamolo!), tirando fuori il massimo da una RB10 seconda forza del Mondiale anche se particolarmente “debole” in questo weekend, nel quale praticamente non ha girato il venerdì per problemi di affidabilità. Seb ha dimostrato di 1) avere grinta 2) saper superare e 3) riconoscere che questo 4° posto vale più di una vittoria, sorridendo a fine gara.

 

 Da 15° a 4° dice qualcosa, visto che le undici macchine in mezzo non si sono ritirate! Merito anche del team, che ha anticipato il primo pitstop del tedesco al giro 13, optando per una strategia aggressiva su tre soste per permettergli di rimontare.
Tattica simile per Fernando Alonso, 6°, che è riuscito a restare davanti a Felipe Massa (13° al traguardo, ma pericoloso nella prima parte di gara) e a precedere anche il compagno di squadra Kimi Raikkonen. “Free to race” i piloti della Scuderia, con Kimi sempre davanti, nonostante la strategia diversa, fino al giro 64 quando Alonso, su gomme più fresche, viste le tre soste, ha passato il finlandese. Che non ha lottato più di tanto per tenerlo dietro, per usare un eufemismo…

 

Un risultato che non soddisfa certo la Scuderia, che lascia la Spagna con la consapevolezza di dover lavorare moltissimo per salvare in qualche modo una stagione già segnata. Lobiettivo, a detta del team che annuncia anche grosse novità per il Canada, è il secondo posto nel Costruttori. Difficile, ma niente è impossibile. Un 6° e 7° posto già di per sé sono poca cosa per la Ferrari, ma la vera doccia fredda è il doppiaggio subito da Raikkonen. E se ce ne fosse stato un altro, stessa sorte sarebbe toccata ad Alonso, al peggior risultato di sempre nella gara di casa, se si eccettua il periodo Minardi.
Primi punti della stagione per la Lotus e Romain Grosjean, 8°, partito 5° e poi costretto ad arrendersi a macchine più veloci. A chiudere la top 10 le Force India di Sergio Perez e Nico Hulkenberg, davanti alle McLaren di Jenson Button e Kevin Magnussen, assolutamente opache qui in Spagna, e alla Williams di Felipe Massa, per il quale le tre soste non hanno funzionato.

Un Lewis Hamilton sempre più lanciato, quindi, alla 26° vittoria in carriera, la prima in questo GP. E un en plein per la Mercedes, 5 su 5 e quattro doppiette (che sarebbero 5 senza il ritiro di Lewis in Australia). 197 i punti della Casa di Stoccarda (che oggi era rappresentata dai vertici che, guarda caso, adesso negano di aver mai parlato di ritiro dalla F1 perché costava troppo e non rendeva…), contro gli 84 della RRB e i 66 della Ferrari.

Se il vincitore non si discute e quello, secondo noi, morale – Vettel – neppure, e tantomeno sulla grinta e le capacità della rivelazione Ricciardo, c’è anche un grande sconfitto al termine di questo weekend: Nico Rosberg. Sguardo assente, imbarazzo, subito al peso senza salutare Hamilton… Che fatica deve aver fatto a fare quel “cin cin” sul podio con Lewis… Umano e comprensibile: gli brucia il fatto di essere sempre dietro a lui, sulla stessa macchina, e di aver perso la leadership del Mondiale. Una situazione che potrebbe sfociare in due soluzioni: spronarlo a tirar fuori il meglio oppure distruggerlo moralmente. Tempi duri lo attendono. Ma, soprattutto, grande spettacolo attende gli appassionati, che oggi hanno invaso il rettilineo per festeggiare i piloti sul podio, anche se le tribune erano rosse… Grande lezione dalla Spagna, Paese che ama le corse, su due e quattro ruote, e che ha la cultura dello sport!

 Barbara Premoli

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