Non proprio, anzi quasi. Sono partiti il 6 maggio con sconti fino a 5000 euro per veicoli ad alimentazione “alternativa” (ibridi, elettrici, metano, GPL, biomasse, biocombustibili e persino a idrogeno… se ci fosse qualcuno che le vende) con emissioni di anidride carbonica (CO2) non superiore a 120, 95 e 50 grammi/chilometro.
Si tratta di uno sconto che comprende sia la riduzione concessa dalla Casa costruttrice, sia il contributo statale e viene adottato prima dell’applicazione dell’imposta. Il Governo ha deciso di mettere a disposizione per questa operazione la cifra di 32,3 milioni di euro a cui si debbono aggiungere le risorse non utilizzate nel corso del 2013 per un totale di 63,4 milioni di euro.
Secondo gli operatori del settore, che hanno bollato l’iniziativa come “il porcellum dell’automobile”, si tratta di una beffa, innanzitutto perché circa la metà di questi fondi è destinato alle flotte delle aziende, che però per accedere agli incentivi debbono rottamare un’auto con più di dieci anni di vita; una cosa assolutamente impensabile in quanto il parco auto di queste imprese ha un ciclo di vita molto più breve.
I soldi restanti per i privati riguarderanno soltanto circa quindicimila auto acquistate. Se insomma qualcuno riteneva che con gli incentivi si sarebbe potuto risolvere i problemi dei concessionari bisogna ricredersi. Nel 2013 i concessionari che hanno gettato la spugna abbassato le saracinesche sono stati 500. Nel 2014 quanti saranno?
Gianni Montani
Redazione MOTORAGE
07/05/2014 – 22:14