Jaguar F-Type Coupé S 3.0 V6: “Diabolik is here”
Motore 6 cilindri a V 3 litri in alluminio, sovralimentazione con compressore volumetrico, 380 CV di potenza massima e accelerazione 0-100 km/h in 4”9/10 rappresentano il “biglietto da visita” della Jaguar F-Type Coupé S 3.0 V6. Una vettura che, alla luce di 33.000 Nm/°, costituisce il modello con la rigidità strutturale più alta nella storia della Casa di Coventry. Merito della robusta scocca in alluminio, che tuttavia non contiene più di tanto il peso come dimostrano i 1.594 kg a vuoto.
Saranno i terminali di scarico gemellati posti al centro, sarà la forma del lunotto o il particolare design dei gruppi ottici, ma la F-Type Coupé S mostra più di un richiamo alla leggendaria E- Type Coupé. Vettura, questa, che negli Anni 60 e 70 ha furoreggiato nel jet set mondiale ed è stata pure l’auto di Diabolik, il celebre fumetto ideato e realizzato dalle sorelle Giussani. Le “parentele” stilistiche con l’auto più bella del mondo, così Enzo Ferrari soleva definire la E-Type, finiscono però qui. La F-Type Coupè, infatti, “brilla di luce propria” a cominciare dalle fiancate snelle e nel contempo muscolose, per culminare nel frontale dove svetta il cofano motore con bombatura al centro e prese d’aria nella parte superiore. Degni di nota pure gli aggressivi (fin troppo) fari con luci allo xeno e a LED.
Interni meno entusiasmanti
Ci accomodiamo sui sedili Performance opzionali che, oltre a essere infulcrati molto in basso, sono assai avvolgenti e permettono di regolare perfino la larghezza degli schienali. Quanti si aspettavano anche all’interno richiami alla E-Type, però, rimarranno delusi, poiché l’atmosfera è fin troppo asettica. D’accordo, la raffinata pelle è profusa a piene mani come sempre, tachimetro e contagiri hanno un che d’ispirazione al passato, ma i comandi e le bocchette di climatizzazione mostrano un design troppo ordinario, mentre le levette del cambio al volante sfoggiano un arancione di cattivo gusto. A dire il vero, a tratti anche l’ergonomia non è il punto forte della F-Type, come dimostra il tasto dell’hazard difficile da individuare; in compenso la leva del cambio automatico è un capolavoro di design e funzionalità e, infine, la qualità nei montaggi risulta impeccabile.
La Jaguar più sportiva degli ultimi anni
Bastano pochi chilometri al volante della F-Type Coupé S per capire di guidare la Jaguar più sportiva, maneggevole ed entusiasmante da almeno trent’anni a questa parte. La spinta del 3.0 V6 sovralimentato prende corpo fin dai bassi regimi, aumenta considerevolmente oltrepassati i 5.000 giri/min. e ti porta in un batter di ciglio a velocità proibitive. Il sound per parte sua fa accapponare la pelle, anche se non è paragonabile a quello della versione V8 550 CV, mentre il tipico sibilo del compressore volumetrico quasi non si sente. Arrivano le prime curve e la “Jag” si inserisce con disinvoltura, accennando dapprima al sottosterzo per poi virare neutra e sicura grazie anche allo sterzo la cui precisione richiama quella di un compasso. Il sovrasterzo di potenza, tipico di una trazione posteriore così potente, è sempre “dietro l’angolo” ma viene gestito magistralmente dall’elettronica di controllo. Quest’ultima può essere completamente disinserita, restituendo al pilota capace il piacere di effettuare derapate controllate, a patto di farlo soltanto in pista. In sintesi, la F-Type Coupé S mostra una maneggevolezza che fa dimenticare completamente qualche kg di troppo.
380 CV che reclamano il circuito
Ovviamente spingere al limite un’auto del genere richiede una pista, dove poter saggiare in tutta sicurezza performance eccezionali a dir poco. Una volta imboccato il circuito, infatti, escludiamo completamente l’elettronica di controllo dell’assetto e settiamo il programma più sportivo del cambio. Quest’ultimo è un sistema automatico a 8 rapporti con convertitore di coppia, la cui gestione manuale avviene tramite la leva centrale (va tirata per salire di rapporto e spinta per scalare), oppure mediante le poco pratiche levette al volante. I passaggi ai rapporti superiori avvengono molto velocemente, al limite della brutalità, mentre le scalate sono leggermente meno pronte. In altre parole occorre un minimo lasso di tempo tra l’input dato dal guidatore e l’ effettivo inserimento del rapporto, mentre anche nel settaggio manuale rimane attiva la scalata automatica al completo affondo dell’acceleratore (il ché non è propriamente il massimo). Quanto a tenuta e stabilità, anche in circuito la F-Type si dimostra impeccabile per tutta una serie di fattori che vanno dall’equilibrio dei pesi tra i due assali, alle sospensioni raffinate e dalla prontezza di sterzo ai moti di cassa limitati. Inoltre, salendo senza tanti complimenti sui cordoli per affinare le traiettorie non si manifestano strane vibrazioni o scricchiolii. Ora capirete l’importanza di quei “famosi” 33.000 Nm/°, valore da best in class come del resto lo sono molti altri aspetti della F-Type. Perché da quando la Jaguar “è tornata a essere la Jaguar” sovente i suoi competitor sono costretti a inseguire.
Gianmarco Barzan