Come una donna dal fascino irresistibile, la Jaguar XE si svela poco alla volta giocando la seducente carta del “vedo e non vedo”. Ora la berlina di Coventry appartenente al Segmento D mostra il proprio “volto”, affiancata dalla cantante Emeli Sandé che, assieme a Stella McCartney e Idris Elba, rappresenta una testimonial d’eccezione. E come potete vedere dalla foto, la XE denota somiglianze marcate con le “sorelle maggiori” XF e XJ, secondo un family feeling stilistico creato da Ian Callum, gran capo del Design Jaguar e degno erede del leggendario Malcom Sayer che realizzò miti come C-Type, D-Type, E Type e, last but not least, XJ.
La Jaguar XE ha una scocca realizzata per il 75% in alluminio, materiale altamente resistente che consente di ridurre il peso, con tutte le ricadute positive in termini di performance e riduzione dei consumi conseguenti. Al riguardo, è doveroso ricordare come le architetture lightweight facciano parte ormai del “DNA Jaguar”; lo dimostrano le XJ, XK e F-Type, tutte caratterizzate dalla struttura in alluminio di derivazione aerospaziale. Struttura che nel caso della XE contribuirà, assieme a un motore specifico molto parco nei consumi, a contenere le emissioni di CO2 fino a meno di 100 g/km. Infine, l’alluminio utilizzato dalla berlina di Coventry, denominato RC5754, è riciclabile.
Motori (molto) potenti
Per quanto concerne i propulsori, al momento del lancio la Jaguar XE sarà disponibile con il V6 3,0 litri a benzina, sovralimentato mediante compressore volumetrico, declinato nelle potenze pari a 335 e a 375 CV. Si tratta della medesima unità utilizzata dalla F-Type, con leggeri depotenziamenti, collocata in posizione anteriore longitudinale. Ma la vera novità è rappresentata dalla famiglia di motori Jaguar Ingenium, tutti 4 cilindri da 2.0 litri disponibili sia nelle versioni alimentate a benzina che in quelle diesel. Per tutti la sovralimentazione avviene con un turbocompressore, mentre la motorizzazione più ecologica è la AJ200D (turbodiesel) che dovrebbe consentire emissioni di CO2 inferiori a 100 g/km. Quanto alla trasmissione, fermo restando l’indispensabile cambio automatico, la XE potrebbe essere la prima Jaguar proposta anche con cambio manuale dopo diversi anni.
Secondo Mike Cross, Ingegnere Capo della Jaguar, “dal punto di vista dinamico la Jaguar XE sarà superiore alle rivali sia per la costruzione in lega leggera, che per il progetto avanzato del telaio”. E c’è da credergli, aggiungiamo noi, considerando i risultati ottenuti al riguardo da XJ, XK e F-Type, al pari delle sofisticate soluzioni previste per l’ultima nata. Più specificamente, la XE presenta sospensioni anteriori a doppi quadrilateri deformabili che consentono maggiore precisione e migliore feedback rispetto a sistemi convenzionali, come per esempio l’architettura a doppio snodo della BMW Serie 3 tanto per intenderci. In sostanza, i tecnici Jaguar hanno sfruttato appieno l’esperienza maturata nel layout “double wishbone”, seguendo in particolar modo il modello progettuale della veloce e stabile F-Type. Il risultato, secondo Mike Cross, “sarà ancor migliore rispetto alla XFR in termini di stabilità e rigidità”. Riguardo il retrotreno, la XE sfoggia la sospensione Integral Link a 5 leve, ovvero lo schema più raffinato oggi disponibile. Riassumendo, nel delineare la nuova berlina Jaguar del Segmento D, erede della Mark II di cinquant’anni fa, si è tenuto in gran conto il piace
re di guida. Argomento, questo, cui contribuiscono pure la trazione posteriore e un inedito servosterzo elettrico tarato per garantire al pilota il miglior feedback possibile. Ora non resta che scoprire completamente la XE e lasciarsi sedurre, con la certezza che (finalmente) a Coventry è nata una rivale temibile per le varie Audi A4, BMW Serie 3 e Mercedes-Benz Classe C. Non poteva essere altrimenti, poiché la Jaguar è tornata a essere “La Jaguar”.
Gian Marco Barzan