Forse la sfida tra BMW i8 e Porsche 911 Carrera 3.4 Coupé a trazione posteriore sembrerà strana, eppure queste vetture fanno segnare il medesimo tempo di 4”4/10 nell’accelerazione 0-100 km/h, hanno un peso a vuoto attorno ai 1.400 kg e appartengono al ristretto novero delle supercar sportive. In dettaglio, da un lato la i8 abbina un motore 3 cilindri 1.500 cc a benzina TwinPower Turbo alla propulsione elettrica, per una potenza di sistema pari a 362 CV, mentre la Porsche risponde con il sempiterno “flat six” 3.400 cc erogante 350 CV. Un confronto appassionante, insomma, con qualche “colpo di scena”.
E’ impressionante come la BMW i8 sia in grado di catturare sguardi. La linea, infatti, è modernissima e contraddistinta da un’originalità che in quel di Monaco non si riscontrava dai tempi di Chris Bangle. Le proporzioni sono quelle tipiche delle sportive BMW, mentre una forte carica avveniristica è data dalle portiere “ad ali di gabbiano”. Degni di nota pure gli aggressivi fari anteriori full-LED, mentre le luci al laser sono offerte a richiesta e contribuiscono alla spettacolarità della vettura.
“Parola d’ordine, leggerezza”
Sia i tecnici di Monaco che quelli di Zuffenhausen si sono spesi parecchio per ridurre il peso complessivo delle proprie vetture. Più specificamente, la BMW i8 propone l’abitacolo in CFRP, materiale che riguarda pure buona parte della struttura delle porte, mentre lo chassis è in alluminio e la struttura che regge la plancia risulta addirittura in magnesio. Il risultato è un peso a vuoto di 1.485 kg; ottimo considerando la presenza della propulsione elettrica. Quanto alla Porsche 911, la struttura è un mix di acciaio e alluminio e il peso a vuoto, nella versione con cambio PDK, ammonta a 1.420 kg.
La BMW ha un layout motoristico originale almeno quanto il suo stile. Il propulsore 3 cilindri 1.500 TwinPower Turbo a benzina è collocato, infatti, posteriormente, mentre l’unità elettrica agisce sulle ruote anteriori. Conseguentemente, si genera una trazione integrale ibrida che favorisce la precisione nelle curve. Precisione assecondata pure dalla avanzate sospensioni a doppi bracci trasversali anteriormente, nonché multilink a 5 leve posteriormente. La Porsche 911 mantiene lo storico schema del motore boxer a sbalzo del retrotreno, un layout di cui si sono ormai neutralizzati i difetti in termini d’inserimento nelle curve. Quanto alle sospensioni vi è il McPherson ottimizzato Porsche anteriormente e il multilink a 5 bracci dietro.
Diciamo subito che abbiamo guidato la BMW i8 utilizzando sempre entrambi i propulsori, al fine di scatenare tutti i 362 CV e tenere testa alla Porsche 911. Il primo “colpo di scena” è stato il sound del motore a benzina, tutto fuorché qualcosa che riconducesse a soli tre cilindri. In altre parole gli ingegneri acustici di Monaco sono riusciti a infondere a questo piccolo propulsore un rombo “da sei in linea”, con tanto di contraccolpi agli scarichi nelle interruzioni di coppia durante le cambiate. E a proposito del cambio, l’unità a benzina è accoppiata a un sistema automatico a 6 marce la cui funzione manuale si attiva tramite le levette al volante, oppure mediante la classica leva centrale. Quest’ultima va tirata per salire di rapporto, nonché spinta per scalare, esattamente come avviene sulle auto da corsa. Quanto alla spinta dei due motori in azione, essa è semplicemente impressionante. Al riguardo, un dato oggettivo che vale più di mille parole è il passaggio da 80 a 120 km/h in appena 2”6/10.
Guidando al limite in pista, la BMW i8 mette in mostra un assetto preciso, sincero e scevro da quel sottosterzo iniziale di molti altri modelli di Monaco. La trazione integrale indotta dal layout ibrido contribuisce a far “disegnare le traiettorie con la precisione di un compasso”, tuttavia l’assetto abbastanza morbido e le gomme non certo larghissime (215/45 R20) non portano di sicuro a accelerazioni laterali da record. Molto più divertente la Porsche 911, che ha un comportamento assimilabile più a una vettura con motore centrale piuttosto che a sbalzo del retrotreno come in realtà è. In sintesi, nelle staccate al limite si può terminare la frenata a ruote ancora dritte e inserire di prepotenza in curva, senza che si manifesti “la minima ombra di sottosterzo”. Un bel passo avanti rispetto alle precedenti generazioni, le cui tendenze alle “smusate” imponevano di prolungare la frenata fino alla corda della curva, al fine di caricare adeguatamente l’avantreno e agguantare la traiettoria ideale. In sintesi, con la nuova 911 sono scomparsi i difetti tipici del motore a sbalzo, ma è rimasto il pregio dell’eccezionale trazione all’uscita delle curve. In conclusione, se volete un’auto sensazionale e futuristica la BMW i8 farà al caso vostro, ma se desiderate un classico moderno inimitabile la Porsche 911 sarà ancora l’ideale. E poi quel suono rauco e autentico del “flat six” che lambisce i 7.500 giri/min. non ce l’ha nessun altro.