Confronto Peugeot RCZ R- Porsche Cayman: “Missione possibile”
Forte di un propulsore 4 cilindri 1.6 turbo a benzina erogante 270 CV e 330 Nm di coppia massima, capace d’imprimere l’accelerazione 0-100 km/h in 5”9/10, la Peugeot RCZ R “lancia il guanto di sfida” alla Porsche Cayman. Quest’ultima adotta il classico motore 6 cilindri boxer 2.7 aspirato, che sviluppa i valori massimi pari a 275 CV e 290 Nm e consente di fermare il cronometro a 5”6/10 sullo 0-100 km/h (con il cambio PDK opzionale). In sostanza, il confronto tra questi sportivissimi coupé (2+2 la Peugeot e “a due posti secchi” la Porsche) si preannuncia avvincente.
Impostazioni tecniche (molto) differenti
La Peugeot RCZ R ha la classica impostazione a motore trasversale davanti e trazione anteriore. Il propulsore, siglato EP6CDTR, beneficia di uno sviluppo radicale volto ad aumentarne la robustezza. In particolare si segnalano il monoblocco rinforzato, i pistoni Mahle Motorsport a struttura forgiata, i cuscinetti biella con rivestimento in polimero (resistono adeguatamente alle altissime pressioni dei cilindri) e il turbocompressore Twin Scroll sviluppato appositamente. Non mancano, inoltre, l’iniezione diretta di benzina e la fasatura variabile. Quanto alla già citata potenza massima di 270 CV, ovvero circa 170 CV/litro, essa viene raggiunta a 6.000 giri/min., mentre il picco di coppia pari a 330 Nm si sviluppa da 1.900 a 5.500 giri/min.. Riguardo la trasmissione, il cambio è un manuale a 6 marce capace di gestire ottimamente tutta la potenza in gioco, al pari del differenziale a slittamento limitato Torsen. Quest’ultimo, per chi non lo conoscesse, è un vero autobloccante rigorosamente meccanico e non un semplice upgrade dell’ESP che agisce sui freni. Il Torsen, in sostanza, garantisce la massima motricità nelle forti accelerate, specialmente in curva. La Porsche Cayman per parte sua risponde con il “flat six” centrale longitudinale, abbinato alla trazione posteriore, che eroga i suoi 275 CV alla bellezza di 7.400 giri/min., nonché la coppia massima di 290 Nm da 4.500 a 6.500 giri/min.. Tra le peculiarità figurano quatto alberi a camme in testa, la variazione della fasatura e dell’alzata valvole, nonché l’iniezione diretta di benzina. La trasmissione prevede il cambio manuale a 6 rapporti di serie, mentre l’opzionale PDK a doppia frizione (presente sull’esemplare provato) ha 7 marce.
Assetti adeguati
Per quanto concerne l’impianto frenante, la RCZ R ha quattro dischi di cui gli anteriori misurano 380 mm e sono associati a pinze fisse a quattro pistoncini, mentre quelli posteriori sono da 290 mm ed hanno pinze flottanti. La Cayman dispone anch’essa di quattro dischi, tutti associati a pinze con quattro pistoncini, che misurano rispettivamente 315 mm davanti e 299 mm dietro. Riguardo le sospensioni, la Peugeot RCZ R propone l’avantreno pseudo McPherson e il retrotreno a traversa deformabile, mentre la Porsche Cayman ha il McPherson ottimizzato su tutte e quattro le ruote.
La Peugeot sorprende
Prima di scendere in circuito nutrivamo qualche dubbio circa l’abbinata 270 CV- trazione anteriore della RCZ R. Temevamo, infatti, perdite repentine d’aderenza, strattoni al volante e una tendenza cronica al marcato sottosterzo. Nulla di più sbagliato, poiché la più estrema delle Peugeot trasmette a terra fino all’ultimo dei suoi CV, dimostra inserimenti in curva neutri e veloci, nonché rollio e beccheggio assai limitati. Inoltre, il differenziale autobloccante Torsen è talmente ben tarato da non creare ripercussioni negative allo sterzo e contribuisce a “chiudere” la curva. Riguardo il motore, esso è semplicemente straordinario per spinta ad ogni regime, elasticità di marcia e l’insolita (per un turbo) propensione agli allunghi mozzafiato. Il tutto, è doveroso sottolineare, accompagnato dal cambio veloce e dagli innesti secchi, senza dimenticare i freni potenti e resistenti e lo sterzo che da sempre il giusto feedback al pilota. La Porsche Cayman per parte sua è velocissima nelle curve come ci si aspetta da una vettura a motore centrale, ha ancor meno beccheggio e rollio rispetto alla rivale e ovviamente può esibirsi in coreografiche derapate di potenza. Derapate assecondate dallo sterzo rapido e preciso. Si tratta di un assetto completamente diverso rispetto alla RCZ R, dimostrandosi tendenzialmente più neutro ma anche decisamente più difficile da gestire al limite con il controllo di stabilità disinserito. Riguardo il motore, fino a 4.500 giri/min. è molto meno presente rispetto a quello della RCZ R, tant’è che se non fosse per il rapido cambio PDK, un must di tutte le Porsche, in ripresa la rivale francese “saluterebbe con nonchalance”. Certo, il sound e la “rabbia” del flat six Porsche agli alti regimi sono inarrivabili, ma in pista si continuerà a vedere nello specchietto la RCZ R “alle calcagna”. E tenere testa a una Porsche è già di per sé una vittoria.
Gian Marco Barzan