Fiat Chrysler Automobiles: dubbi sulla fusione con Fiat SpA e Chrysler Group LLC
Lo scorso gennaio, come noto, Fiat ha completato l’acquisizione di Chrysler. Il Fiat Group, che possedeva già oltre il 59,1% delle azioni Chrysler, ha acquisito da VEBA, il sindacato dei lavoratori Chrysler, il restante 40,9%. Un’operazione che Sergio Marchionne non esitò a definire epocale ma che non manca di continuare a sollevare dubbi e perplessità, specialmente considerando i risultati di vendita dei marchi del Gruppo Fiat, per nulla positivi.
Il prossimo 1 agosto l’assemblea degli azionisti di Fiat SpA sarà chiamata a votare sul recente completamento dell’operazione che ha portato alla nascita di Fiat Chrysler Automobiles NV (con domicilio fiscale in Olanda e quartier generale a Londra). Ora il nuovo soggetto è pronto a incorporare Fiat SpA e Chrysler Group LLC.
Il soggetto che nasce, il settimo produttore al mondo di automobili per dimensioni, si prepara anche alla quotazione al NYSE di Wall Street e in un secondo momento, a Piazza Affari. L’obbiettivo è aumentare il proprio appeal per gli investitori internazionali e acquisire un adeguato livello di liquidità per dare attuazione all’ambizioso piano produttivo delineato nelle scorse settimane.
Nonostante le continue rassicurazioni fornite al mercato e nonostante l’assemblea degli azionisti consideri la fusione tra Fiat SpA e Chrysler in FCA – Fiat Chrysler Automobiles, ormai cosa fatta, il “sentiment” non è positivo al 100%.
I dubbi arrivano da un player molto importante del mercato finanziario: ISS – Governance Advisory Services, un soggetto che svolge attività di “gestione del voto” nelle assemblee societarie per conto dei suoi clienti. Ebbene la più grande società al mondo di proxy advisory ha consigliato di votare contro la fusione alla prossima assemblea degli azionisti del primo agosto, in teoria l’ultima di FIAT in terra italiana.
Fiat, che ha acquisito all’inizio dell’anno la sua unità americana, intende fondersi con Fiat Investments in Fiat Chrysler Automobiles (Fca). In un suo documento ufficiale, ISS parla del pericolo di diminuzione dei diritti degli azionisti in seguito all’operazione: “Malgrado i benefici potenziali di una quotazione al Nyse nell’attrarre nuovi investitori, [la fusione] diminuirebbe i diritti degli azionisti”.
Secondo ISS, inoltre, questa operazione potrebbe aumentare il potere di Exor (la holding della famiglia Agnelli) in merito a una sua “presa” sulla società. Exor, infatti, possiede già il 30% di Fiat – Chrysler ma se la fusione avesse luogo, il suo diritto di voto potrebbe salire anche fino al 46% (in base a una regola della fusione che premia gli azionisti di lungo corso).
Sergio Marchionne ha dichiarato di sentirsi fiducioso sul buon esito della fusione (per la quale sono necessari 2/3 dei voti dell’assemblea).
La Redazione
Beh, contento lui!