La decisione riflette i risultati di un test effettuato dal Korea Automobile Testing & Research Institute. L’organizzazione ha dimostrato, dati alla mano, che, rispetto ai dati dichiarati dal costruttore, il consumo urbano e quello medio complessivo sono superiori dell’8,5% e del 6,3%. La misura supera del 5% la tolleranza stabilita dalla legislazione nazionale.
I clienti scontenti, che hanno acquistato un esemplare tra il maggio 2012 e giugno 2014, guidati dallo studio legale Yeyul, chiederanno un risarcimento di 1.500 dollari ciascuno alla Casa Madre per essere stati presi in giro circa l’effettivo consumo di carburante della loro vettura.
Kim Woong, portavoce di Yeyul e portavoce delle istanze dei consumatori, esprime soddisfazione: “il punto di questa class action è che i consumatori possono andare contro un’azienda se ritengono che i suoi prodotti non siano soddisfacenti. E’ essenziale che a quest’azione possano partecipare il maggior numero di clienti possibile per dimostrare, a tutte le aziende automobilistiche del mercato coreano, che possono ricevere un cartellino rosso se prendono in giro i consum atori”.
econdo alcuni commenti degli analisti non è una bella notizia per Hyundai: ammesso che il Tribunale conceda l’esatto ammontare del risarcimento chiesto dai partecipanti alla class action, il costo per l’azienda non sarebbe preoccupante.
Secondo altre opinioni, questo fatto potrebbe creare una posizione di svantaggio competitivo per Hyundai. Il maggiore costruttore nazionale, infatti, potrebbe iniziare a perdere importanti quote di mercato a favore di BMW o Audi. Nel 2013, infatti, il 44% dell’utile Hyundai è venuto dalla vendita di veicoli sul mercato interno.
Seno Alvise