Putin potrebbe bloccare le importazioni di auto
Brutte notizie per il mercato dei motori, conseguenze dirette dell’interdipendenza economica: Vladimir Putin annuncia di essere pronto a bloccare le importazioni delle automobili prodotte in Europa e negli Stati Uniti.
Considerando che questo mercato vale 2800000 auto nuove all’anno, è normale che la preoccupazione sia una delle emozioni predominanti che ha scosso molte case automobilistiche. Nel settore delle auto le importazioni hanno coperto il 27% del totale nella prima metà del 2014, mentre i veicoli pesanti esteri costituiscono il 46% del mercato e gli autobus il 13%. La minaccia verrà attuata se UE e USA, schieratisi contro la Russia nella questione ucraina, dovessero imporre ulteriori sanzioni. Se tale ritorsione dovesse avere seguito, le auto straniere già prodotte nelle fabbriche russe non ne risulterebbero danneggiate: questo lascia uno spiraglio a più costruttori, ma non sarebbe il caso dei marchi di lusso italiani quali sono Lamborghini, Maserati e Ferrari.
Proprio a Mosca, dal 27 agosto al 7 settembre, si terrà il salone dell’auto in cui le Case occidentali hanno una presenza importantissima. Si parla di grandi marchi che hanno un numero corposo di immatricolazioni come Renault, Chevrolet, Nissan, Kia, Volkswagen, Toyota, Hyundai, Ford, Jeep e BMW. Inoltre ci sono piccoli numeri ma significativi: quelli, appunto, delle auto di lusso made in Italy. Il Cavallino ha da poco festeggiato il decimo anniversario nel mercato russo e prevede di vendere 70 auto nel 2014 contro le 40 dello scorso anno. Maserati invece, che esporta il 95% della sua produzione, ha obiettivi molto più ambiziosi – e per questo si ritrova con maggiori preoccupazioni – : tremila auto entro il 2015.
Queste attività di produzione sono il frutto di una politica di localizzazione che ha prodotto investimenti per 5 miliardi di dollari sui i veicoli industriali, principalmente gestiti da Bmw, Ford, Nissan, Renault, Toyota, Mercedes e Hyundai. Sappiamo già che il mercato delle auto nuove in Italia è più che mai asfittico, e perdere un tale sostegno alla produzione causerebbe danni inimmaginabili, molto difficili da stimare. Speriamo di non dover fare questi calcoli.
La Redazione