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Audi TT Coupé 2.0 TDI ultra: E’ diventata una vera sportiva

AUDI TT COUPE' 2.0 TDI ULTRA, IMPRESSIONI DI GUIDAImpressioni di guida
Bastano pochi chilometri in pista per comprendere come la terza edizione della Audi TT, da noi testata in versione 2.0 TDI ultra, sia la più appagante da guidare in 16 anni di storia del modello. E’ una questione di feeling, per citare una famosa canzone, che fa sentire il pilota tutt’uno con la macchina, facendolo divertire nelle curve per la precisione assoluta dell’assetto. Precisione assecondata pure dallo sterzo diretto e saldo alle alte velocità, come francamente non lo era mai stato nelle precedenti generazioni. E sì che stiamo guidando la TT più tranquilla, se così possiamo definire un’auto equipaggiata dal 4 cilindri 2.0 TDI erogante 184 CV, in grado di scattare da 0 a 100 km/h in 7”1/10 e raggiungere 241 km/h di velocità massima.

Un classico che si reinventa
Dal punto di vista estetico, il profilo della nuova TT ricorda per molti aspetti la prima generazione di questo classico del design. In dettaglio, il contorno dei sottoporta crea un interessante gioco di luci e ombre; gli ampi passaruota hanno forme geometriche e, in particolare gli anteriori intersecano la giunzione del cofano motore, originando la cosiddetta linea Tornado che nasce dalla portiera e arriva fino alla coda. La fascia dei cristalli piatta sembra un elemento a sé stante, con una piccola rientranza nei finestrini laterali posteriori che evidenzia i relativi montanti, mentre lo sportellino del serbatoio, dalla classica forma rotonda, si apre con una leggera pressione delle dita. Una volta aperto, il guidatore o chi per lui può inserire l’erogatore direttamente nel bocchettone di rifornimento, in quanto non vi sono ulteriori tappi. Degna di nota anche la parte posteriore, caratterizzata da linee orizzontali che enfatizzano la larghezza e dalle immancabili luci a LED.

Interni coerenti
Anche l’abitacolo della nuova TT denota un carattere sportivo, con i comandi tutti raggruppati intorno al guidatore. Originalissime le bocchette di ventilazione che, oltre a richiamare le turbine dei jet, celano i comandi dell’impianto di climatizzazione a pieno beneficio della praticità. Inoltre, i sedili sportivi bassi pesano complessivamente 5 kg in meno dei precedenti, consentendo tra l’altro una postura assai simile a quella che si ha a bordo della Audi R8. Infine, è doveroso ricordare come la TT sia una 2+2 sportiva che ben si adatta all’uso quotidiano, come dimostra ad esempio il vano bagagli da 305 litri, 13 in più rispetto al modello precedente.

“Sottosterzo addio”
Tornando a trattare di comportamento dinamico, la “nostra” Audi TT Coupé 2.0 TDI ultra si inserisce molto velocemente in curva e, nonostante la trazione anteriore, anche accelerando fortemente non si manifesta il sottosterzo. La tendenza ad allargare la traiettoria con l’avantreno, infatti, è scongiurata da una serie di fattori come la perfetta interazione tra la meccanica eccelsa, un esempio su tutti il raffinato retrotreno a quattro bracci che influisce positivamente anche sull’avantreno, e l’elettronica di controllo. In sostanza, a meno di non voler sfidare i limiti della fisica o sbagliare completamente le traiettorie, il comportamento in curva è neutro e nemmeno sfruttando i trasferimenti di carico si genera il sovrasterzo. Infine, a contribuire alla maneggevolezza vi è il peso contenuto grazie alla carrozzeria ASF in alluminio, un classico di molte Audi.


“Ha tanto motore”

Dal canto suo il 2.0 TDI ci ha sorpreso favorevolmente. D’accordo, non ci sono accorgimenti sonori che lo rendano simile alle unità a benzina a livello di sound, ma in compenso la spinta forte comincia a regimi appena oltre il minimo e si stempera solo superati (di un bel po’) i 4.000 giri/min.. In sostanza, tanto l’accelerazione quanto la ripresa sono ai massimi livelli, l’insonorizzazione è ottimale e le performance non fanno desiderare più di tanto il 2.0 TFSI a benzina. Infine, la Audi TT 2.0 TDI ultra ha un cambio manuale preciso e dalla breve corsa della leva che, guarda caso, ci ricorda molto quello della R8 prima maniera.

Gian Marco Barzan

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