Al riguardo, lo stesso Montezemolo si è da poco regalato una Ferrari 348 gialla e un bel giorno, a Roma, si vede superare con nonchalance da una comunissima Golf GTI. “Non ci siamo proprio” deve aver pensato l’Avvocato nato a Bologna e cittadino del mondo, tant’è che riunisce i responsabili prodotto e senza tanti giri di parole afferma “ragazzi, siete sfortunati io sono proprietario di quella macchina di m…. che non va e fa rumore”. Inutile dire che all’epoca il lavoro da fare è ancora tantissimo, ma dopo quella sfuriata ben presto la 348 viene potenziata (dando vita alle versioni GTB e GTS) passando dagli originari 300 CV scarsi a 320.
Per Luca Cordero di Montezemolo quel lontano novembre del 1991 non rappresenta certo una prima assoluta in Ferrari. L’Avvocato, infatti, debutta al Cavallino Rampante come Direttore Sportivo nel luglio 1973 chiamato direttamente da Enzo Ferrari. Tra il Grande Drake e il giovanissimo Montezemolo si instaura un rapporto di stima e fiducia reciproca, senza dimenticare che Luca ha un feeling eccellente con l’Avvocato Gianni Agnelli che gioverà nel dialogo tra la Ferrari e l’azionista di riferimento, ovvero la Fiat. E’ l’epoca del mitico duo Niki Lauda Clay Regazzoni e il primo titolo Mondiale per la Ferrari, dopo 11 anni, viene conquistato dal pilota austriaco nel 1975 al volante della 312 T. Titolo che verrà agguantato, dallo stesso Lauda, anche nel 1977. Appare evidente fin da subito la filosofia vincente di Montezemolo, quel “fare squadra” coinvolgendo le migliori menti che lo porterà a straordinari successi professionali. Successi che oltre il 1977 lo vedranno protagonista di nuove sfide, dopo aver progressivamente lasciato la Ferrari, una su tutte la Direzione Generale del comitato organizzatore di Italia 90.
Nel 1993 Montezemolo è tornato alla Ferrari da appena due anni, in qualità di Presidente, eppure i primi risultati tangibili sono già bene evidenti, uno su tutti la decisione di affidare la Scuderia a Jean Todt che si rivelerà una scelta azzeccatissima. Comincia il lungo cammino in Formula 1 per riportare la Ferrari al ruolo che più le compete, ovvero al primo gradino del podio la maggior parte delle volte possibili. Contemporaneamente, anche riguardo la realizzazione di vetture stradali Montezemolo si circonda dei migliori tecnici al mondo. Il primo risultato in tal senso è la F355 del 1994, prima Ferrari di serie con fondo piatto e cambio manuale a sei rapporti dotata di un motore V8 3.496 cc erogante 380 CV a 8.250 giri/min.. In altre parole 109 CV/litro, la più alta potenza specifica mai prodotta da un motore aspirato all’epoca. La “lenta” 348 è un ricordo; con la 355 ha inizio un trasferimento tecnologico dalla Formula 1 alle vetture stradali che nel corso degli anni diventerà sempre più marcato.
Nella storia della Ferrari pre Montezemolo, non sempre alle altissime prestazioni delle vetture stradali corrispondeva un assetto adeguato. E’ il caso, per esempio, della Testarossa presentata al Salone di Parigi nel 1984, piuttosto leggera di avantreno superati i 220 km/h e afflitta da un handling scarso. A partire dalla F355, invece, la ricerca aerodinamica assurge a un ruolo di primo piano tanto che la deportanza alle alte velocità è decisamente superiore alla 348. E sarà così anche nei modelli successivi rispetto alle generazioni precedenti, con modelli che rispondono ai nomi di 360 Modena, 430 e 458 Italia riguardo le vetture con motore 8 cilindri centrale, nonché 550, 575 Maranello, 599 GTB Fiorano, FF ed F12 per quanto concerne i modelli con motore V12 anteriore centrale. Senza dimenticare, ovviamente, capolavori in tiratura limitatissima come F50, Enzo e LaFerrari. Quest’ultima quanto di più prossimo a una monoposto di Formula 1 esista sul piano prestazionale e dinamico. In altre parole, oggi tutte le realizzazioni del Cavallino Rampante, dalla California T a LaFerrari, sono best in class sotto il profilo delle prestazioni, tenuta di strada, stabilità, maneggevolezza e piacere di guida. Uno dei segreti principali di questo risultato è la perfetta interazione tra meccanica ed elettronica. Elettronica anch’essa largamente mutuata dalla Formula 1, come dimostra l’ormai famoso manettino al volante.
Cinque titoli Mondiali piloti consecutivi
Alla fine degli Anni 90 la Scuderia Ferrari di Formula 1 ha i tecnici migliori al mondo e un pilota eccezionale, ovvero Michael Schumacher il cui ingaggio avviene nel 1996 complice la mediazione dell’Avvocato Agnelli. E’ l’inizio di un’era irripetibile che porterà a vincere cinque titoli mondiali piloti consecutivi dal 2000 al 2004 e sei mondiali costruttori (sempre consecutivi) dal 1999 al 2004. Per la Ferrari è un periodo eccezionale sia in pista che riguardo il prodotto. A quest’ultimo proposito lo stabilimento Ferrari di Maranello viene completamente rinnovato, nasce la “Formula uomo” che vede l’ambiente di produzione particolarmente accogliente con magnifici giardini interni e sofisticati impianti di climatizzazione. La Ferrari diviene uno dei posti migliori al mondo in cui lavorare, persino in un settore critico qual è quello della fonderia. E per i suoi dipendenti nascono palestre, luoghi di aggregazione, programmi di check up medici e quant’altro metta al centro dell’attenzione il dipendente come, su larga scala, non avveniva dai tempi di Enrico Mattei. E in quanto all’ultimo Mondiale F1 conquistato dalla Ferrari, esso risale al 2007 con Kimi Raikkonen.
Un’eredità importante
Il prossimo 13 ottobre Luca Cordero di Montezemolo lascerà nelle mani del suo successore una Ferrari che, nei primi sei mesi del 2014 ha conseguito ricavi pari a 1.348,6 milioni di euro (+14,5%), utile gestione ordinaria di 185 milioni (+5,2%), utile netto di 127,6 milioni (+ 9,8%) e una posizione finanziaria industriale netta da record. Quest’ultima, infatti, ammonta a 1.594 milioni di euro, la migliore di sempre. Inoltre, oggi Ferrari è al primo posto come brand più conosciuto al mondo. In questi 23 anni della gestione Montezemolo, sono 14 i Titoli Mondiali vinti in Formula 1, di cui 8 Costruttori, senza dimenticare 118 vittorie nei Gran Premi. Ora Luca Cordero di Montezemolo potrebbe diventare Presidente dell’Alitalia, il condizionale è d’obbligo. Se così fosse ci saranno ottime probabilità che l’ex compagnia di bandiera torni ai fasti dell’indimenticato Umberto Nordio. Senza contare che con “alla cloche” un Ferrarista (perché Ferrarista Montezemolo lo rimarrà per sempre) l’Alitalia avrebbe molti tifosi in più.
Gian Marco Barzan