Tramite un sistema di sensori e laser che riproducono l’immagine dell’ambiente circostante su un monitor interno, l’auto è in grado di evitare i passanti e di mantenere la distanza di sicurezza: il monitor infatti mostra la distanza e la velocità del mezzo che precede la macchina a guida automatica, registra la distanza tra le ruote e le strisce sulle carreggiate, analizza le curve e assesta la posizione sulla corsia di transito. E per non farsi mancare alcuna agevolazione, l’auto del futuro parcheggerà automaticamente: basterà rilasciare il freno e il volante girerà da solo.
I tempi, però, perché le auto del futuro diventino totalmente indipendenti e automatiche nella guida non sono così vicini: se l’ottimista Google parla di altri cinque anni per lo sviluppo a pieno della tecnologia di autoguida, Mercedes Benz e Bmw parlano di almeno altri dieci anni perché la tecnologia diventi davvero sicura e sia esportata su larga scala. E se i problemi legati alla tecnologia saranno a breve risolti, un’auto con guida automatica ne creerà altri di natura assicurativa. La domanda ovviamente è semplice: cosa accade se si fa un incidente mentre a guidare è il pilota automatico? Chi paga i danni e chi ha torto, se l’incidente è dovuto a un guasto tecnico? Insomma l’occhio umano è sempre necessario, anche solo per valutare se la persona che è sul ciglio della strada sta per attraversare o sta aspettando un bus: valutazione che un’auto automatica non può fare basandosi solo su radar e sensori.
Inoltre, se le macchine automatiche diventassero davvero sicure, ci sarebbero diverse implicazioni su molti fronti: innanzitutto, se il numero degli incidenti diminuisse drasticamente, il costo delle RCA calerebbe in modo consistente e ci sarebbe sempre meno bisogno di assicurarsi. In più le case automobilistiche ridurrebbero il peso delle auto, poiché i veicoli non avranno la necessità di essere costruiti con tutto quell’acciaio rinforzato e quei dispositivi di sicurezza che richiedono oggi: in questo modo si abbasserebbero i costi del veicolo, i tempi di produzione e il consumo di carburante. Infine, auto più leggere e più facili da costruire potrebbero aprire il settore RC auto a nuovi rivali che utilizzano un modello come Apple’s, dove una compagnia disegna e introduce nel mercato un prodotto ma esternalizza la sua costruzione.
Insomma, una vera e propria rivoluzione. Ora resta da capire quanto costerà la messa in sicurezza delle strade – poiché queste auto richiedono delle strade adatte a questa tipologia di traffico – e se per la guida di questi veicoli sarà o meno richiesto il possesso di una patente che integri, con i fondamenti della guida classica, nozioni di tecnologia base anche per i meno avvezzi all’elettronica moderna.
La Redazione