Alfa Romeo Giulietta Sprint 1.4 MultiAir Turbo 150 CV: “Raddrizza le curve”
Impressioni di guida
Proving Ground di Balocco. Qui sono nate tutte le Alfa Romeo dagli Anni 60 a oggi, compresa la nuova versione Sprint della Giulietta che stiamo per provare nella motorizzazione 1.4 MultiAir TurboBenzina 150 CV. Propulsore che, complice il peso contenuto della berlina milanese, consente l’accelerazione 0-100 km/h in 8”2/10 e la velocità massima di oltre 210 km/h. E proprio il circuito di Balocco, con le sue curve difficili ma nel contempo entusiasmanti, permette di scoprire se si è alla guida di una vera Alfa o meno. Fattore che, riguardo l’ultima nata del Biscione Visconteo, chi ha sorpreso.
Promette bene
Dal punto di vista estetico l’allestimento Sprint della Giulietta è improntato alla sportività, come si evince da aspetti quali l’assetto ribassato, i cerchi in lega Sprint 17” a 5 fori (opzionali quelli da 18”), i due terminali di scarico e il paraurti con estrattore. Completano lo stile esterno i vetri posteriori oscurati e le finiture lucide, in tinta antracite su calandra, maniglie, calotte degli specchietti retrovisori e cornici dei fendinebbia. Inoltre, il “nostro” esemplare è arricchito dalla carrozzeria color Rosso Alfa, un classico senza tempo. Per quanto concerne gli interni, spiccano i sedili anatomici Sprint rivestiti in tessuto e Alcantara con cuciture rosse. Cuciture che riguardano pure i rivestimenti in pelle del volante e della leva cambio, mentre la plancia e i pannelli porta si distinguono per la finitura in tinta carbonio. E a proposito dei pannelli porta, essi appaiono decisamente di migliore fattura rispetto a quelli proposti inizialmente sulla Giulietta. Peccato, però, che permangano alcuni particolari di discutibile carry over proveniente da categorie inferiori. Stiamo parlando, al riguardo, delle levette devioluci e di azionamento tergicristallo che sono le stesse della Fiat Punto, così come il dispositivo multimediale Uconnect “preso in prestito” dalla Fiat 500L.
“E ora si scende in pista”
Più volte abbiamo rimproverato alla Giulietta di essere d’impostazione troppo generalista, nonché di prediligere più il comfort che la sportività e più la razionalità che l’emozione. Oggi, al volante della Sprint prendiamo atto di una piacevole inversione di tendenza, poiché fin dalle prime curve del Balocco apprezziamo l’assetto sportivo (ma senza esagerazioni) che contribuisce a una guidabilità appagante ed emozionante. Stiamo viaggiando con l’Alfa DNA settato in Normal, eppure già così gli inserimenti in curva sono netti, precisi e il sottosterzo appare nettamente diminuito rispetto alle altre versioni da noi testate. In altre parole, si comprende come finalmente tra Torino, Balocco e Detroit abbiano voluto infondere un’anima da vera Alfa Romeo alla Giulietta. Una certezza che diventa ancor più evidente inserendo il setup Dynamic del DNA, il quale (come sulle altre versioni) attiva il differenziale Electronic Q2, “allenta le briglie” dei controlli di trazione e stabilità, rende la servoassistenza allo sterzo meno marcata, inserisce l’overboost del turbo e, last but not least, aziona il sistema pre fill che prepara i freni alle staccate al limite. In sintesi, con il Dynamic la Sprint della Giulietta viaggia neutra e velocissima nelle curve, dando la sensazione delle ruote “ben piantate a terra” come si conviene a un’Alfa. E il divertimento non manca affatto, tra stridio delle gomme e accelerazioni laterali superiori a 1 g.
Anche il motore soddisfa pienamente
Le piacevoli novità in termini di assetto della Sprint rischiano di mettere in secondo piano il nuovo 1.4 MultiAir Turbo, un “signor” motore che alla luce dei suoi 150 CV è più potente rispetto alla medesima unità che equipaggia svariate Fiat. In altre parole, appare evidente anche in questo caso una salutare inversione di tendenza, differenziando le motorizzazioni Alfa in termini di performance rispetto alle unità destinate agli altri brand di Fiat Chrysler Automobiles. Più in dettaglio, il nuovo motore MultiAir 150 CV dimostra una grinta non comune (anche nel settaggio Normal del DNA) dai regimi appena oltre il minimo fino a 5.500 giri/min.. Regime, quest’ultimo, oltre il quale non conviene spingersi poiché la coppia calerebbe notevolmente. Molto meglio cambiare marcia, apprezzando la corsa breve della leva e gli innesti “in stile Giulia”.
Un giro nel passato che torna a essere presente
Stiamo percorrendo un lungo rettilineo del Balocco a una velocità piuttosto sostenuta, quando nello specchietto retrovisore si profila l’inconfondibile sagoma della Giulietta Sprint, quella vera del 1954, nel suo splendido Rosso Alfa. Rallentiamo e inseriamo la freccia destra, che nel linguaggio universale dei circuiti significa “passami pure, non c’è alcun problema”. La Giulietta Sprint ci sorpassa nel suo rombo inconfondibilmente baritonale, il tipico sound del 4 cilindri bialbero Alfa Romeo che ha spinto le vetture milanesi dal 1954 al 1993. Vedere quel magnifico coupé alle prese con le curve del Balocco “non ha prezzo”, poiché ti accorgi che nonostante le ruote 155 SR 15 e il sensibile rollio, l’assetto consente una tenuta di strada ancora oggi notevole. Le raffinate sospensioni anteriori a quadrilateri deformabili (su un’auto di 60 anni fa! Questa era l’Alfa Romeo) e a ponte rigido posteriore assicurano il pieno appoggio del battistrada, recuperano camber e rendono la Giulietta Sprint molto agile. D’accordo, la “nostra” Giulietta di nuova generazione ha compiuto passi da gigante in termini di tenuta, stabilità, handling e sicurezza, rispetto alla sua illustre progenitrice. Ma è bello riscoprire le origini dell’era moderna di Alfa Romeo, con vetture che a cominciare dalla Giulietta Sprint hanno rappresentato un sogno alla portata di molti. Inoltre, è apprezzabile che a Torino e a Detroit stiano tornando a considerare la storia della Casa milanese, citando in questo caso non solo la Giulietta Sprint del 1954 ma anche la Giulietta del 1977. Vettura, quest’ultima, che introdusse la disposizione Transaxle del cambio nella propria categoria, come giustamente tengono a precisare oggi nel comunicato stampa ufficiale. D’accordo, poi nel 1981 ci fu quell’assurdo allungamento dei rapporti del cambio, nonché l’adozione di un assetto sottosterzante. Resta il fatto che la Giulietta seconda generazione, prodotta dal 1977 al 1985, rimane un mirabile esempio di berlina Alfa Romeo a trazione posteriore e distribuzione pari a 50-50 sui due assali. Esattamente le stesse caratteristiche che, il prossimo 24 giugno, ritroveremo su un nuovo modello. A quel punto torneremo a parlare di un’Alfa Romeo vera, in tutto e per tutto e non solamente nell’animo, fermo restando il fatto che, comunque, la versione Sprint dell’attuale Giulietta è in grado di far innamorare seriamente gli Alfisti. Già, perché finalmente l’emozione è tornata a prevalere sulla razionalità.
Gian Marco Barzan
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