Alfa Romeo Giulietta Sprint: Ha un nome importante
Salone di Parigi
E’ senz’altro apprezzabile il fatto che tra Torino e Detroit stiano tornando a considerare la gloriosa storia dell’Alfa Romeo, dopo qualche tempo in cui imperava la strada senza uscita del marchio generalista, si paventavano Giuliette bicilindriche a metano e il motto less is more era ripetuto a ogni pie sospinto. Ora è quasi un anno che la 4C è sulle strade di tutto il mondo, si sono già visti in giro i prototipi della “Milano” a trazione posteriore ed è stata annunciata la riapertura del Museo Storico di Arese. Tutti segnali positivi, così come lo è la decisione di celebrare i 60 anni della Giulietta Sprint. Resta il fatto che riproporre, tout court, il nome Giulietta Sprint per una versione speciale della berlina media Alfa, concorrente della Golf, appare una forzatura. Meglio sarebbe stato rispolverare il marchio Autodelta, oppure battezzare l’ultima nata semplicemente Giulietta 60°.
Sportiva all’esterno come all’interno
La nuova versione Sprint della Giulietta si contraddistingue per il badge esterno dedicato e per alcuni elementi sportivi come il paraurti specifico, i terminali di scarico maggiorati e i cerchi in lega Sprint da 17” a 5 fori (optional quelli da 18”). Completano l’opera i cristalli posteriori oscurati e le finiture lucide, in tinta antracite, riguardo calandra, maniglie, calotte degli specchi retrovisori e cornici dei fendinebbia. Per quanto concerne gli interni, spicca l’ambiente sportivo nero reso ancora più suggestivo dai sedili Sprint rivestiti in tessuto e Alcantara, con tanto di cuciture rosse e logo sui poggiatesta. Il volante per parte sua è rivestito in pelle (con cuciture rosse), mentre la plancia e i pannelli porta sono caratterizzati da una finitura in tinta carbonio.
Il motore che mancava
Fin dall’esordio nel 2010 della Giulietta, abbiamo criticato la mancanza di una motorizzazione intermedia tra il 1.4 bialbero TurboBenzina 120 CV e il 1.4 MultiAir TurboBenzina 170 CV. Oggi, con l’esordio dell’allestimento Sprint, tale gap viene colmato da un propulsore 1.4 MultiAir TurboBenzina erogante 150 CV. Un’ottima potenza che consente l’accelerazione 0-100 km/h in 8”2/10 (curiosamente lo stesso tempo occorrente all’Alfa 75 2.0 TwinSpark 148 CV del 1986), nonché la velocità massima di 210 km/h. Da notare che in gamma vi sono anche le motorizzazioni 1.4 MultiAir TurboBenzina 170 CV, con cambio automatico doppia frizione Alfa TCT e i turbodiesel 1.6 JTDM 105 CV, 2.0 JTDM 150 CV e 2.0 JTDM 175 CV. Quest’ultima versione anch’essa dotata di cambio Alfa TCT. Infine, vi è pure il propulsore 1.4 Turbo GPL da 120 CV. Resta il fatto che la vera Giulietta Sprint, quella del 1954, aveva una linea di bellezza drammatica, prestazioni superiori alla maggior parte delle vetture circolanti e soluzioni tecniche in anticipo di almeno 30 anni rispetto alle concorrenti. Un conto è riproporre i nomi 500, Croma e Delta, auto in fin dei conti normali, un altro conto è scomodare la più riuscita Alfa Romeo di tutti i tempi per una vettura certamente valida, ma troppo ordinaria per chiamarsi degnamente Giulietta Sprint.
La Redazione
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