Auto e moto con più di 10 anni: arriva la batosta dall’ ACI !
L’ACI propone di raddoppiare le revisioni per le auto che hanno un’età superiore ai dieci anni perché sono meno sicure e inquinano di più. E questo, subito dopo il ddl inserito nella Legge di Stabilità che vuole alzare l’età minima per definire storica un’auto o una moto da 20 a 30 anni. Che sia in corso una persecuzione nei confronti dei mezzi storici o datati?
L’età media di un’auto circolante in Italia è di nove anni. Troppi per l’ACI, che propone di raddoppiare le revisioni per le auto che hanno un’età superiore ai dieci anni. “Il rischio di morire in un incidente a bordo di un veicolo di dieci anni d’età è più che doppio rispetto a una vettura di nuova immatricolazione – dice il presidente dell’ACI, l’ingegner Angelo Sticchi Damiani – un’auto del tipo Euro 1 a benzina del 1993 fa registrare emissioni di monossido di carbonio superiori del 172% rispetto a un Euro 4; un diesel Euro 1 rilascia 27 volte il quantitativo di polveri sottili rispetto a un moderno Euro 5”.
Il Presidente dell’ACI, prosegue la sua ‘crociata’ contro le vecchie auto, e caso strano, subito dopo Auto e Moto d’Epoca, l’evento svoltosi la fiera Padova dove, a farla da padrone erano proprio tanti appassionati, club e proprietari di auto storiche. “Renzi, non far morire le auto storiche!” hanno detto in tanti ai media presenti a Padova.
La proposta che l’ACI ha inviato ieri al Ministero dei Trasporti, è appoggiata anche dal presidente del Comitato scientifico della Fondazione ACI Filippo Caracciolo, Ennio Cascetta, che si è detto favorevole in quanto ritiene che ci siano grandi squilibri strutturali nel nostro sistema di mobilità rispetto allo scenario internazionale, e ha affermato: “Roma, Milano e Napoli sono le prime tre città europee per numero di autovetture ogni 100 abitanti. Nella Capitale c’è il doppio dei veicoli di Stoccolma, Londra, Berlino e Madrid”.
Ma qualcuno darà un’occhiata anche al trasporto pubblico? I nostri autobus sono i più vecchi d’Europa: l’età media è di 16 anni e gli Euro 0 sono ancora il 22 per cento del totale circolante.
Il grande sospetto è questa manovra, come per altro quella che riguarda i veicoli storici, che dovranno pagare il bollo se non hanno compiuto 30 anni dalla data di produzione (e non di immatricolazione!), dipenda dal fatto che il nostro governo è a corto di risorse. Le risorse da qualche parte vanno trovate e il governo evidentemente è andato a cercarle ovunque. Anche nella nicchia dei veicoli storici.