Automobilismo sportivo
“Perché non pensare a un’alternativa alla Formula 1?”
L’attuale Formula 1, è ormai risaputo, ha bisogno di essere rivoluzionata riportando lo spettacolo al centro dell’attenzione, aumentando la sicurezza, semplificando le regole, lasciando libero il frazionamento dei motori e, soprattutto, tornare a essere molto più sport e molto meno business. Difficile, però, che tutto questo avvenga, poiché il Grande Circus è in mano ai soliti “giovani” e, soprattutto, non ha un campionato concorrente che possa stimolarne il rinnovamento e la crescita.
Un competitor farebbe bene a tutti, F1 inclusa
Negli ultimi vent’anni, i principali Costruttori che prendono parte alla Formula 1 hanno ventilato più volte l’ipotesi di dare vita a un campionato alternativo. Si è trattato, principalmente, di un modo tranchant per raffreddare le intemperanze dei massimi vertici della F1 (gli stessi da molti, troppi decenni) e per portarli a più miti consigli, soprattutto riguardo i regolamenti e gli ampi costi da sostenere. Inutile dire che questa Formula concorrente è rimasta nel libro dei sogni, tuttavia a nostro personale avviso oggi avrebbe ragion d’essere più che mai. Il Campionato di Formula 1 di quest’anno ha, infatti, mostrato parecchie criticità come ad esempio la scarsa deportanza al posteriore indotta dal regolamento, i limiti troppo severi in termini di consumo di carburante, il sound ridicolo dei propulsori turbo (“anche l’orecchio vuole la sua parte”) ma soprattutto interrogativi sulla sicurezza dopo lo spaventoso incidente a Jules Bianchi a Suzuka. Al riguardo, infatti, sotto quel diluvio la gara andava fermata immediatamente o, quantomeno, sarebbe dovuta intervenire la Safety Car. In sostanza, sarebbe necessario concepire un campionato alternativo che: 1) crei spettacolarità senza minare la sicurezza; 2) comporti costi contenuti globali per i team; 3) riporti in gioco circuiti esclusi dalla F1 per i costi troppo elevati; 4) lasci libera la scelta riguardo frazionamento e cilindrata motori, nonché cambio manuale oppure automatico; 5) istituisca regole rigidissime e inappellabili per i direttori di gara; 6) crei una sorta di patente a punti dei piloti che premi i più ligi al regolamento, 7) rappresenti un serio banco di sperimentazione per soluzioni volte alla sicurezza (frenata automatica, antisbandamenti, ecc); 8) sia completamente svincolato dalle pay tv e trasmesso in chiaro; 9) favorisca l’ingresso di due o più fornitori di pneumatici; 10) rappresenti, per costi contenuti d’accesso, una seria opportunità per l’ingresso di piloti giovani. Utopie? Magari, però parliamone!
Gian Marco Barzan
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