L’attuale Formula 1, è ormai risaputo, ha bisogno di essere rivoluzionata riportando lo spettacolo al centro dell’attenzione, aumentando la sicurezza, semplificando le regole, lasciando libero il frazionamento dei motori e, soprattutto, tornare a essere molto più sport e molto meno business. Difficile, però, che tutto questo avvenga, poiché il Grande Circus è in mano ai soliti “giovani” e, soprattutto, non ha un campionato concorrente che possa stimolarne il rinnovamento e la crescita.
Negli ultimi vent’anni, i principali Costruttori che prendono parte alla Formula 1 hanno ventilato più volte l’ipotesi di dare vita a un campionato alternativo. Si è trattato, principalmente, di un modo tranchant per raffreddare le intemperanze dei massimi vertici della F1 (gli stessi da molti, troppi decenni) e per portarli a più miti consigli, soprattutto riguardo i regolamenti e gli ampi costi da sostenere. Inutile dire che questa Formula concorrente è rimasta nel libro dei sogni, tuttavia a nostro personale avviso oggi avrebbe ragion d’essere più che mai. Il Campionato di Formula 1 di quest’anno ha, infatti, mostrato parecchie criticità come ad esempio la scarsa deportanza al posteriore indotta dal regolamento, i limiti troppo severi in termini di consumo di carburante, il sound ridicolo dei propulsori turbo (“anche l’orecchio vuole la sua parte”) ma soprattutto interrogativi sulla sicurezza dopo lo spaventoso incidente a Jules Bianchi a Suzuka.
Gian Marco Barzan
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