Dodge Challenger SRT Hellcat: “Sgomma, americana!”
Impressioni di guida
Portland International Raceway, Oregon, Stati Uniti. La Dodge Challenger SRT Hellcat “non vede l’ora di mordere l’asfalto”, scatenando tutti i 707 CV sprigionati dal suo motore V8 6.2 litri HEMI® sovralimentato mediante compressore volumetrico. Una vera e propria “muscle car”, in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in 3”5/10 ma soprattutto di chiudere i 400 metri con partenza da fermo in appena 10”8/10.
“Sibilo minaccioso”
Scendiamo, è proprio il caso di dirlo, nell’abitacolo del “nostro” esemplare con cambio automatico a 8 rapporti. Il motore è già acceso, regolazioni di rito, trasmissione in Drive e il nostro viaggio dentro le emozioni forti ha inizio. Già a tre quarti di acceleratore la spinta è impressionante, accompagnata dal rombo del V8 con camere a scoppio emisferiche che fa da contraltare al sibilo del compressore volumetrico. Decidiamo di utilizzare la funzione manuale del cambio, apprezzando il layout della leva che va tirata per salire di rapporto e spinta per scalare (i progettisti della Porsche dovrebbero trarne esempio). Lasciamo perdere le levette al volante, poiché girano assieme a quest’ultimo e risulterebbero di poca utilità. Inseriamo la modalità Track, che esclude tutti i controlli d’assetto, irrigidisce al massimo gli ammortizzatori e predispone motore e cambio alle massime performance. Giù tutto l’acceleratore, la spinta da impressionante diventa mozzafiato, le cambiate avvengono con un contraccolpo notevole e a ogni curva si rischia di guardare la strada dal finestrino. Il sovrasterzo di potenza, infatti, emerge prepotentemente ed è necessario avere perfetta padronanza del controsterzo, del riallineamento ma anche saper dosare attentamente l’acceleratore. Come dire uno spasso per i piloti capaci, mentre ai guidatori normali è caldamente consigliato tenere inserite le modalità più conservative.
Ma ora è giunto il momento di fermarsi sul traguardo, per provare lo scatto da fermo. Launch Control, acceleratore a tavoletta e la Challenger SRT Hellcat si fionda in avanti con una fumata delle ruote posteriori incredibile. “Evviva il Protocollo di Kyoto”, esclamiamo ridendo un po’ nervosamente, ma non c’è troppo spazio per le battute perché quella curva che sembrava lontana è già qui davanti a noi. Frenata al fulmicotone, l’impianto Brembo esegue magistralmente il proprio dovere e riusciamo a imboccare la curva ampiamente sotto i limiti della fisica. Con i battiti del cuore accelerati e l’adrenalina a mille, torniamo ai box contenti e orgogliosi. Già, perché la Dodge Challenger SRT Hellcat è anche un po’ italiana appartenendo al Gruppo Fiat Chrysler Automobiles.
Gian Marco Barzan
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