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Generazione Renegade: La JEEP che lascia il SEGNO

LE PROVE di Gianni Montani 

LA STORIA – La straordinaria avventura della Jeep ha avuto inizio nel 1941, quando l’esercito degli Stati Uniti, in vista dell’immediato e ormai quasi certo ingresso del Paese nella Seconda guerra mondiale decise di realizzare un tipo di veicolo da ricognizione leggero ma estremamente resistente e maneggevole. L’esercito americano varò un programma al quale parteciparono oltre centocinquanta aziende del settore automobilistico. Di queste ne vennero scelte due soltanto che nel tempo record di tre mesi, hanno portato alla realizzazione del primo esemplare del veicolo che sarebbe stato chiamato Jeep e che avrebbe dato un contributo fondamentale alla vittoria nella Seconda guerra mondiale da parte dell’esercito americano. Nel 1945 veniva messa in produzione la versione civile con la sigla CJ-2° dove la sigla CJ indica appunto la versione Civilian Jeep. Entrato ora nell’ambito della Fiat Chrysler Automobiles, il marchio Jeep si è ulteriormente sviluppato, proponendo ora la Renegade destinata a competere nel mercato dei “piccoli” Sport Utility Vehicle, un segmento che può valere oltre due milioni di vetture entro il 2015

LO STILE – La Renegade è la prima Jeep del “segmento B” ed è in perfetta continuità con la sua storia, quella dell’elmetto dell’esercito a stelle-e-strisce e della tanica di carburante protagonista in guerra e in pace. Lunga 4,236 metri, riprende la forma a scatola dell’antenata Willys con il frontale e il parabrezza verticali, le spalle squadrate e la parte posteriore molto elaborata nel taglio angolare. Anche il tetto nero, il cofano alto, l’immancabile griglia a sette feritoie appartengono al DNA Jeep, come il logo a “X” presente in diversi punti strategici compresi i fari e i fanalini posteriori.

L’ABITACOLO – Gli allestimenti sono quattro: Sport, Longitude, Limited e Trailhawk, quest’ultimo maggiormente votato al fuoristrada duro e puro, nei quali si è cercato di mediare fra le esigenze della clientela europea e quelle dell’utenza americana, sempre però con l’obiettivo di conquistare i giovani e il mondo femminile. I materiali sono di ottima qualità fatta eccezione per i pannelli delle porte in plastica dura. Sono funzionali i comandi e la maniglia di sostegno per il passeggero anteriore ricavata alla base della plancia e derivata dalla Jeep Wrangler. Lo spazio a disposizione per quattro persone è più che sufficiente sia davanti che dietro, mentre lo spazio del vano bagagli è di solo 351 litri. E’ però ampliabile abbattendo gli schienali del divanetto posteriore e in questo caso raggiunge 1297 litri.

LA TECNOLOGIA – Per l’Italia la gamma dei propulsori della Renegade è basata su un motore a benzina 1.4 Turbo con 140 CV e su tre motorizzazioni a gasolio di 1,6 litri con 120 CV, dotato della sola trazione sulle ruote anteriori, e 2.0 litri con due livelli di potenza, 140 e 170 CV. Due i sistemi di trazione integrale disponibile. Il primo e anche il più semplice , è il Jeep Active Drive che consente di affrontare qualsiasi terreno, selezionando le quattro modalità a disposizione: automatica, neve, sabbia e fango. Vi è poi l’Active Drive Low (più costoso) utilizzabile sulle motorizzazioni a gasolio con 140 e 170 CV e sull’allestimento Trailhaw, maggiormente votato a condizioni di terreno particolarmente difficili. A disposizione vi è anche un cambio automatico a nove marce oltre a quello normale a sei marce. Sono presenti i più moderni sistemi di sicurezza (oltre a sei airbag) e di aiuto alla guida.

LA STRADA – La versione della Jeep Renegade Turbodiesel 2.0 con 140 CV di potenza, è stata scelta per questo test in quanto la consideriamo come quella più adatta alle esigenze dell’automobilista medio italiano. La grande sorpresa si ha guidando la Renegade in città dove le dimensioni limitate le consentono di circolare con destrezza come se fosse una city car. L’unico momento di attenzione è nelle manovre di retromarcia in quanto il lunotto posteriore di dimensioni particolarmente contenute limita la visibilità. IL nuovo pianale e le sospensioni assorbono bene le deformazioni stradali ma non gradiscono molto gli avvallamenti trasversali. In autostrada emerge qualche fruscio aerodinamico dovuto agli specchietti e al tipo di pneumatici adottati M+S. Su terra battuta, in salita e in discesa, la Renegade non tradisce la fama delle Jeep, arrampicandosi con una sicurezza da vera fuoristradista, grazie al Jeep Active Drive che interviene mediando fra trazione anteriore e posteriore a seconda delle necssità.

LA TECNICA
• motore: quattro cilindri in linea, 16 valvole, multijet common rail, 1956 cc, 140 CV a 3750 giri/minuto, coppia 350 Nm a 1750 giri/minuto
• sterzo: elettrico a pignone e cremagliera
• sospensioni: anteriori e posteriori tipo McPherson
• cambio: manuale a 6 marce
• trazione 4×2 con inserimento automatico 4×4
• freni: anteriori a disco autoventilanti, posteriori a disco pieno
• capacità vano bagagli: da 351 litri a 1297 litri
• capacità serbatoio carburante: 48 litri
• misure: lunghezza 4,236 m, larghezza 1,805 m, altezza 1,667 m; passo 2,570 m
• accelerazione 0 – 100 km/h: 9”5/10
• velocità massima: 182 km/h
• consumi: urbano 6,0 l/100 km, extraurbano 4,6 l/100 km, combinato 5,0 l/100 km
prezzi: vanno da 23.500 euro a 32.800 euro

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