Il numero uno del Gruppo VW lancia l’allarme su target UE emissioni
In una recente riunione dell’Acea (associazione dei costruttori europei dell’auto) Martin Winterkorn, numero uno del Gruppo Volkswagen (primo costruttore in Europa) ha espresso i propri dubbi sul possibile abbassamento dei target di emissioni, dagli attuali 95 g/km di CO2 entro il 2020. “Imporre regole ancora più stringenti prima che si crei un mercato per le auto elettriche e ibride plug-in- ha dichiarato Winterkorn- potrebbe essere fatale per l’industria europea e per la sua competitività nello scenario mondiale”. Winterkorn ha inoltre precisato che il Gruppo Volkswagen investe oltre 10 miliardi di euro l’anno in ricerca e sviluppo e che “in concreto ogni singolo grammo di CO2 che noi tagliamo dalla nostra flotta europea ci costa quasi 100 milioni di euro, che noi investiamo senza sapere se il nostro investimento verrà ripagato”. “Penso quindi- ha concluso Winterkorn- che sia compito del business e della politica far di tutto per confermare i target già decisi e rendere le auto elettriche e ibride plug-in un successo su larga scala. Prima di fare il terzo passo occorre fare il primo”.
Opinioni condivise dai concorrenti
Sulla stessa lunghezza d’onda di Winterkorn sono anche il numero uno dell’Alleanza Renault-Nissan Carlos Ghosn e l’Amministratore Delegato di Fiat-Chrysler Sergio Marchionne che hanno partecipato all’incontro. Da parte sua Ghosn ha dichiarato: “Auspichiamo la creazione di una normativa sull’ambiente più equilibrata in Europa, che permetta alle imprese di continuare a innovare con costi minori. Marchionne per parte sua ha affermato: “Se si abbassa la soglia cambia la natura industriale, i prezzi salirebbero e venderemmo meno auto. Con la nuova soglia fissata per il 2020 si parla di 1.800-2.000 euro in più a vettura” ha concluso Marchionne. Infine, anche secondo la nostra personale opinione sarebbe importante rispettare i target già decisi, consolidare il mercato delle auto elettriche e ibride e poi, eventualmente, discutere di soglie più severe in termini ambientali. La fretta risulterebbe cattiva consigliera sotto ogni aspetto, perfino per l’ambiente; i costi aggiuntivi delle future automobili, causati da norme troppo restrittive, potrebbero indurre a molte rinunce all’acquisto.
Gian Marco Barzan