Usura gomme: idee alternative
Quando si pensa a dover cambiare gli pneumatici viene il batticuore: o non si sa quando è il momento, o il portafoglio è scontento. Ma neanche far finta di niente o tralasciare va bene: le gomme sono il nostro unico contatto con la strada, e meritano massima considerazione per la sicurezza. Certo costituiscono una spesa importante, specie per chi percorre molti chilometri ed è costretto a cambiarle ogni 1\2 anni.
Come riconoscere quando un pneumatico va cambiato? Per guidare in sicurezza e norma, la legge dice che il battistrada non debba andare al di sotto dello spessore di 1,6 mm, anche se in molti casi è consigliabile cambiarlo prima. Esistono degli appositi spessori di controllo, ma quanti li usano? Tendenzialmente, per verificare di avere gomme in buono stato, o si va dal gommista oppure si tengono sotto controllo i chilometri effettuati: tra i 20.000 e i 30.000 km è di buon senso pensare alla sostituzione con un nuovo treno di gomme. Ma anche adottando questo metodo, non sarà possibile conoscere con esattezza l’usura dei nostri pneumatici, perché dipende da molti fattori: lo stile di guida, il tipo di pneumatico e le condizioni dell’asfalto, o solo il tempo (anche stando ferme le gomme si rovinano, perdono malleabilità, capacità di deformarsi per seguire le sollecitazioni).
Così ci sono venute in mente due cose: una riguarda l’ennesimo aiuto dell’innovazione. E’ stato ideato un prototipo, denominato Discolor Tyre, che colora la gomma quando è arrivato perentorio il momento di cambiarla. Tale prototipo presenta appena sotto il battistrada uno strato di gomma colorata – solitamente arancione – che diventa visibile quando il pneumatico ha raggiunto il limite di sicurezza. Quindi, oltre a segnalare il consumo, permette anche di scoprire facilmente i danneggiamenti del battistrada, che spesso rimangono invisibili proprio perché tutto è di colore nero. Purtroppo non è ancora stato applicato di serie su nessuna auto, ma in futuro potrà costituire un grande passo avanti per la sicurezza.
In redazione si è poi tornati a discutere sull’utilizzo delle gomme rigenerate, ovvero copertoni ricostruiti con vecchi pneumatici. Ci sono aziende appositamente specializzate che ricreano il battistrada consumato. Una scelta sia ecologica, in quanto tonnellate di pneumatici vengono reimmessi nel mercato, sia economica: un treno di gomme rigenerate costa in media il 30% in meno rispetto a quello acquistato dal gommista. Peccato che il tema dell’inferiore affidabilità con cui deve sempre scontrarsi questa soluzione frena le potenzialità commerciali sul mercato dell’auto. Per contro, le rigenerate vengono parecchio utilizzate dal trasporto aereo e da quello dei Tir o camion, dove le gomme sono sottoposte a gravose sollecitazioni. Le gomme rigenerate possono essere ricostruite fino a 3 volte (per le auto, invece, solo una volta) e vanno regolamentate: devono cioè essere conformi alle norme Ece Onu 108, che forniscono la garanzia di resistenza ed affidabilità delle gomme. Una volta che si ha il lascia-passare della legge, e convinti della buona qualità delle prestazioni nel confronto con le ruote “normali”, il gioco è fatto.
Ma torneremo sul tema con dati e approfondimenti, perché sembra interessare sempre più automobilisti.
Manuela Caputo
Una risposta
[…] ha raggiunto il limite di sicurezza. Uno dei vari articoli di MotorAge.it su argomenti relativi a usura gomme e idee alternative anche quando si deve pensare alla loro sostituzione. Per esempio si dovrà tornare ad approfondire […]