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Gli sport di strada allo Stadio Olimpico di Torino

Il Parkour è uno sport, una disciplina. Consiste nel superare gli ostacoli e le barriere che puoi trovare in una città. Quindi muri, ringhiere, cancelli, ecc. Ma si esprime anche in ambienti naturali. Basato sull’agilità, i riflessi, e l’eleganza atletica, è sopratutto una forma d’arte del movimento del corpo.

La 48esima disciplina che entra ufficialmente nel Museo dello Sport, è anche il primo sport di strada ospitato nei locali dello Stadio Olimpico di Torino, testimonianza dell’attenzione che il Museo riserva alle attività nuove ed emergenti come  “l’arte dello spostamento”, concetto normalmente espresso a riguardo della mobilità.

Il Parkour è una disciplina urbana nata a Parigi alla fine degli anni ’80 e consiste nel superare con salti e acrobazie, muovendosi con velocità per superare ogni ostacolo con agilità e destrezza.

A Torino sono circa 200 i giovani che lo praticano e si chiamano Traceurs (tracciatori o tracciatrici) tra questi  i fondatori di Parkour Torino ASD Ivan Nikodimovich e Alessandro Peirone Presidente dell’Associazione) che, accompagnati dal responsabile area giovani Uisp Alessio Nobile, hanno consegnato al Presidente del Museo Arisi la maglietta ufficiale “Non sono un ladro, faccio parkour” simbolo delle difficoltà incontrate, almeno all’inizio, dai traceurs.

Ivan ha inoltre descritto ad un pubblico attento e coinvolto di studenti in visita, le tecniche ma soprattutto la filosofia della disciplina: “Il Parkour non è solo  uno sport ma  uno stile di vita e di pensiero, così come nella disciplina ogni ostacolo viene trasformato in un punto di appoggio da superare, così nella vita impariamo a non arrenderci mai davanti ad un problema ma al contrario a sfruttarlo per andare avanti. Inoltre non c’è antagonismo fra di noi, perché, nella nostra filosofia, il compagno è colui dal quale hai sempre qualcosa da imparare e con il quale hai sempre qualcosa da condividere”.

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