Parabrezza scheggiato? Che scocciatura!
Basta poco: una strada non in ottime condizioni e dal veicolo che ci precede arrivano piccoli sassi che lasciano il segno del loro passaggio sul parabrezza. Far finta di niente, anche se la scheggiatura è minima, lascia il tempo che trova: la sicurezza non attende o pazienta poco, senza contare rischi di multe e bocciatura alla revisione per chi non se ne preoccupa.
Sassetto schizza sul vetro e provoca scheggiatura. Così intitolerebbe un articolo di cronaca. Il ragionamento che poi molti fanno è che se il danno è minimo, il parabrezza si può tenere così, per risparmio o per pigrizia, fino a quando la riparazione diventa davvero necessaria! Possibili conseguenze: nel giro di pochi giorni la a crepa sul vetro si allarga, una multa e la decurtazione di due punti dalla patente… quindi l’attesa è sconsigliabile vivamente.
Una scheggiatura, oltre a limitare la visibilità, può creare infiltrazioni, appannamenti anomali e, nel peggiore dei casi, trasformarsi in crepa; a quel punto l’unica azione che resta sarà sostituire direttamente il vetro.
In aggiunta ai già validi motivi di sicurezza, il Codice della Strada è ancora più convincente nel vietare la circolazione col parabrezza scheggiato: una multa di 71 € se si viaggia su strade senza pedaggio, 35 € e la decurtazione di due punti se si circola sulla rete autostradale. Dopotutto viaggiare col parabrezza scheggiato è una violazione al Codice della Strada: l’art. 79/1, infatti prevede che i veicoli a motore debbano essere in condizioni di massima efficienza durante la circolazione, e una buona visuale della strada è un punto fondamentale per la sicurezza.
Certo, dirà qualcuno, c’è gente che è andata avanti mesi e mesi senza conseguenze. Ma è il gioco delle probabilità. Che si tratti di riparare oppure sostituire il vetro, il più delle volte la tempestività gioca a favore; più si aspetta, più il danno può diventare grave e più la riparazione impegnativa.
Esistono due tipologie base di parabrezza: quello di tipo temperato, formato da una sola lastra di vetro in cui, nella fase di lavorazione a caldo, viene introdotto un sistema di tensioni permanenti; e quello stratificato, formato da due o tre lastre prive di tensione e incollate tra loro mediante un foglio di plastica o di resina. A seconda delle caratteristiche, cambia la resistenza e la reazione del vetro al danno. Ad esempio, per quanto riguarda il vetro temprato, se si cambia il gradiente di calore nelle diverse zone del vetro, si può influire sul tipo di frammentazione della lastra. In generale, se il danno è inferiore a un centimetro e non si trova sulla visuale del guidatore, la riparazione dura all’incirca mezz’ora e il suo costo va dai 60 ai 90 euro: nella pratica, uno speciale compressore viene fissato sulla scheggiatura e aspira l’aria dalla zona danneggiata, subito dopo inietta una resina fluida a presa rapida che restituisce al vetro solidità e trasparenza, riducendo al minimo l’impatto visivo della riparazione. Se invece il parabrezza è crepato, si trova sulla visuale del guidatore o comunque presenta un danno superiore al centimetro, è necessario sostituirlo con un ricambio omologato secondo lo standard europeo ECE 43 R. L’intervento può durare un paio d’ore e la spesa si aggira tra i 300 e i 1000 euro salvo copertura assicurativa, ormai consuetudine.
Se c’è un aspetto positivo, è che tutte le polizze cristalli coprono il costo della riparazione o sostituzione, ma nel caso si tratti di finestrini anteriori o posteriori, bisognerà per forza sostituire il vetro perché la normativa per la sicurezza ne vieta la sola riparazione.
E per finire, ricordiamo che la scheggiatura o la crepa non permettono di passare la revisione obbligatoria. Perciò, valutato l’insieme, come diciamo ai nostri politici, intervenire prima è meglio che curare dopo.
Manuela Caputo