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Calendario Pirelli – Se la memoria vince sull’attualità

Il motivo – Quanto segue non è tanto per ritriturare la pazienza vostra scrivendo sull’immancabile “segnatempo” annuale di Pirelli, ripetendone la fama e l’attesa di quando si sfogliano i cioccolatini, ancor prima di conoscere gli esiti del lavoro commissionato.

Il fatto è che l’edizione 2015 del Calendario Pirelli pare aver sfatato un mito consolidato: le critiche abbondano quanto abbonda la carne femminile fotografata Ma il punto non è questo; le accuse parlano di scarso estro, del pochismo creativo. L’arte è stata dimenticata? Ora ci torniamo su, perché prima è emblematico come a rendere onore al calendario pirelliano sia un’esposizione celebrativa più che l’ultimo lavoro arrivato.

 Per la seconda volta dopo il 1997 The Cal è tornato a Milano a Palazzo Reale, trasportando davvero il visitatore in un originale percorso di immagini che hanno fatto la storia della fotografia. Cinque sezione diverse, che inseguono il gusto estetico dagli anni Cinquanta fino ai giorni nostri. Modelle straordinarie in paesaggi mozzafiato, a volte legami con il mondo automotive, con una traccia di pneumatico, con la continuità di pensiero.

The Cal, presente fino al 22 febbraio 2015, comunica arte e cambiamenti, e almeno la ricerca di filoconduttori carichi di emotività tra gli scatti esposti da Richard Avedon, Peter Beard, Bruce Weber, Marcus Piggot.

Ecco, secondo molti questo sarebbe invece ciò che manca nel nuovo Calendario Pirelli 2015. Che si dice?

C’è chi ne parla come “roba da camionisti anni 60”, chi lo vede come il “nulla creativo” o “principianti porno allo sbaraglio” (ma superpagati).

Coloro che un po’ mi conoscono sanno delle mie passioni per l’esplorazione, l’evoluzione, la creatività di ogni genere, e pure che la femminilità può rappresentare arte da capogiro. Per questo mi sento sulle note di chi in questo calendario Pirelli intraveda volgarità più che stile, banalità più che bravura. Forse lo pensa anche qualcuno del management Pirelli, ma non so se me lo verrano a dire, e lo stesso i vip presenti alla blindatissima “prima” dove l’ambito calendario è stato presentato.

E poi, che collegamento ci possa essere con l’Expo è da spiegare. Ampio uso di latex e feticismo (oltre a non essere “connesso” alla nostra trazione alimentare) non fanno dare il meglio alle bellissime modelle protagoniste, tra cui la sexy e al contempo romantica Adriana Lima, Isabeli Fontana, Raquel Zimmermann.

Mettiamoci uno slip… oh!… scusate, una pietra sopra; il Made in Italy, condito con con un po’ di nazionalismo, è comunque da “tifare”.

Fabizio Romano

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