Elettricità in Rivoluzione – Basta muoversi!
SPECIALE Energy Revolution
Strade solari che si illuminano, i veicoli si caricano wireless come i cellulari, e arriva energia cinetica. Basta guidare, camminare, parcheggiare, e l’ Elettricità Ecologica è pronta a stupire. Tra scenografie e sicurezza di una generazione tutta nuova. Le idee, i costi, le evoluzioni dei progetti. Tra pro e contro, vediamo cosa accade.
Qualcuno ricorderà quando, già cinque anni fa, parlammo di un progetto chiamato Solar Roadways, “carreggiate solari”, o altrimenti strade fotovoltaiche. Come sia proceduto, se le evoluzioni siano state applicate o abbiano solleticato fantasie e discussioni, è tutto da interpretare.
L’idea – L’ingegnere americano Scott Brusaw aveva già l’ambizione di rivoluzionare la mobilità nel mondo.
Questo con l’uso di particolari pannelli, ciascuno 2m x 2 e composto in tre livelli:
- superiore: una lega di vetro ultra resistente che lascia passare l’irraggiamento solare.
- centrale: una fitta rete di celle solari con Led, per illuminare la superficie stradale con segnaletiche, ma anche per autoriscaldarsi.
- inferiore: ospita i cavi per la distribuzione dell’energia prodotta ma anche segnali telefonici, satellitari, wi-fi.
Ogni miglio, si diceva, può valere energia per 500 famiglie e immagazzinarla per i momenti di bisogno (nebbia, buio, per sciogliere il ghiaccio). I microprocessori creano un sistema “intelligente”.
Solo per avviare il prototipo il Dipartimento dei Trasporti USA stanziò 100 mila Dollari, poi 250 mila, più i 750.000 dalla Federal Highway Administration per la “Fase 1“. Briciole a cui si aggiunsero macigni pecuniari e molti riconoscimenti, già nel 2010, quando la Solar Roadways “pannellò” 70 km di autostrada tra Coeur D’Alene e Sandpoint, nell’Idaho. I km di Scott per sostituire l’asfalto sono diventati presto più di 500. E i parcheggi solari si sono concretizzati: lasci l’auto o la moto elettrica (o ibrida), e intanto questa si ricarica.
La FASE 2 – Già sono arrivati oltre 2.3 milioni di dollari in offerte personali, dalla gente pronta a contribuire al progetto (iniziativa Indiego) dei pannelli. Ho dato anch’io 5 dollari, ma non fateci caso, sono schizofrenico.
Le applicazioni semplificate – Delle semplici linee luminescenti (così in strada si vedono anche nella a nebbia) si ricaricano col sole del giorno ed emettono luce per 10 ore restando funzionali la notte. Ad Aprile 2014, due tratti stradali di 500 metri hanno messo alla prova queste “glowing lines” anche sulla N329 vicino a Oss, Olanda.
Inoltre, i sensori sono utilizzabili per segnalazioni luminose tipo “attenzione pericolo ghiaccio”, oppure “nebbia”, “traffico km…”, “incidente”, “pendenza pericolosa”. In tempo reale. E le ventate di aria che creano auto e camion al loro passaggio vengono prese da piccole turbine ai bordi delle carreggiate e trasformate in elettricità per i lampioni e altre luminarie sulla strada.
Però 31.000 miglia quadrate sono arrivate a generare 21 billioni di kW-h di energia green.
Pro e Contro – Strade che illuminano segnali e lampioni, si scaldano, danno luce a linee, carreggiate e… caricano i veicoli elettrici mentre viaggiano.
Gli studi sono infatti attualmente rivolti a sviluppare la ricarica delle batterie con i veicoli in movimento, trasferendo l’energia via wireless, attraverso un trasmettitore magnetico che si collega con un ricevitore nel veicolo. Il concetto amplia quanto fatto per le ricariche “da fermo”, nei parcheggi pannellati come negli spazi allestiti davanti casa, ma serve maggiore raffinatezza ingegneristica nel “transfer” trasmettitore–ricevitore e, ovviamente, contando su una copertura wireless ad ampio raggio.
Una volta terminati altri 55 km a sud del confine Canadese con le Solar Roadways e, seguendo il programma che punta a utilizzare il system “Sole” cambiando le coperture delle area pedonali del centro città, corsie dell’aeroporto, tetti parcheggi e piattaforme varie con il sistema di Scott per alimentare di energia anche edifici e servizi pubblici, Sandpoint punta a diventare destinazione di primo piano per l'”eco-turismo“.
Si calcola che 30.000 mq di pavimentazione possano creare 21 billioni di kW-h di “energia green“.
Di fatto, l’essere umano è votato a diventare sempre più produttore che utilizzatore di energia. Altro esempio? Un’azienda britannica, la ICAX ha sviluppato il modo per catturare l’energia del calore delle strade e trasferirla in centrali termiche. Si compie tramite un network sotterraneo di condotti pieni di un particolare fluido che trattiene il calore Questi viene quindi pompato verso le tubazioni di edifici o aree frequentate. I progetto, pronto all’opera, è chiamato “Interseasonal Heat Transfer” (IHT)
Tra tanti punti a favore, permane qualche dubbio. I costi davvero elevati, e il pericolo Hackers. Per quanto possa essere curata la sicurezza, i blocchi firewall, ci potrebbe sempre essere qualche genietto informatico capace di entrare nel sistema e giocarci a piacimento, con pericoli per la sicurezza.
Amica Cinetica – In evoluzione sono anche i modi di utilizzare le vibrazioni (dal passaggio di veicoli o anche dal movimento umano) per generare elettricità.
Una start-up britannica ha scelto di puntare sull’energia cinetica.
Il suo Pavegen System punta a “far rendere” il movimento dei veicoli e dei pedoni: energia cinetica utile a ricaricare smartphone e tablet, a illuminare le strade, la segnaletica e via di questo passo. Il fulcro sono le piastrelle Pavegen, fatte di una gomma ottenuta dal riciclo e sensibili alle vibrazioni. Ricoprendo strade e marciapiedi, aree che “vibrano” (pensate a un concerto), accumulano energia e la riemettono wi-fi. Non a caso, già una ventina di Paesi la stanno testando “per zone”; è già avvenuto alle Olimpiadi di Londra 2012, allo stadio di Rio De Janeiro in Brasile o in applicazioni in aree di Sidney, Melbourne, San Francisco.
Fabrizio Romano
E pensare che fino a qualche anno fa era solo fantascienza…ì
Ha dell’incredibile!