Il passaggio di proprietà senza le spese del PRA
Crisi, crisi e ancora crisi! Cosa bisogna fare, quindi? La risposta sembra essere una sola: risparmiare. Ed ecco che il governo Renzi propone, attraverso la spendig review, di abolire il PRA (Pubblico Registro Automobilistico) per unificarlo a quello della Motorizzazione ed avere quindi un unico registro di immatricolazione.
La presenza del binomio PRA – Motorizzazione è un’anomalia tutta italiana, che oltre ad avere una dubbia utilità, comporta un costo ai cittadini di milioni di euro. Un’altra conseguenza importante che ne deriverebbe, oltre al gran risparmio, è l’eliminazione del certificato di proprietà emesso dall’ACI che potrebbe finalmente essere unito al libretto di circolazione rilasciato dalla Motorizzazione, in modo da avere un unico attestato di idoneità e proprietà, per un risparmio di circa 11 euro ad atto.
Con l’archivio e il documento unico, sotto il tetto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, il Pubblico Registro Automobilistico, nato nel 1927 sotto il regime fascista, verrebbe svuotato delle sue funzioni.
La legge di stabilità prevede la sua abolizione per il 1° luglio 2017, insieme coerentemente all’eliminazione dell’Imposta provinciale di trascrizione (Ipt) che verrà sostituita dall’Imposta regionale di immatricolazione (Iri).
La nuova imposta si pagherà una volta sola al momento dell’acquisto del veicolo o della sua importazione dall’estero, mentre l’Ipt – attualmente – si paga ad ogni passaggio di proprietà. Perciò ne consegue una riduzione delle entrate per le Regioni, che potrebbero decidere di compensare il minor gettito aumentando gli importi della tassa automobilistica.
Ma nel frattempo, prima che il PRA sia abolito, vediamo nello specifico le sue funzioni analizzando come avviene attualmente il passaggio di proprietà.
Nel caso in cui si voglia acquistare un’auto usata, una motocicletta oppure uno scooter targato, ci sono due modalità per effettuare il cosiddetto “trapasso”, a seconda che si abbia o meno il certificato di proprietà.
Se si è in possesso di questo documento, tutto è più semplice: premunitevi quindi di carta d’identità e codice fiscale di compratore e venditore, libretto di circolazione e certificato di proprietà del mezzo, marca da bollo da 16 euro. Il venditore deve compilare un atto di vendita che deve essere redatto proprio sul retro del Certificato di Proprietà, quindi farà autenticare la sua firma, operazione che può essere fatta presso gli STA (sportelli telematici dell’automobilista) delle unità territoriali ACI/PRA, il servizio gratuito e vige l’obbligo di contestualità dell’autentica di firma e del passaggio di proprietà, in questo caso, naturalmente venditore e compratore devono essere presenti entrambi.
E’ possibile affidare l’incombenza ad una agenzia di pratiche automobilistiche (ma i costi sono spesso proibitivi), oppure rivolgersi gli uffici comunali dove vengono richiesti 0,52 euro per i diritti di segreteria. Infine ci si può affidare a un notaio, ma la tariffa sarà senza dubbio più alta.
Autenticata la firma, il venditore conclude la sua parte di procedura consegnando atto di vendita, libretto di circolazione e certificato di proprietà al compratore.
Nel caso non si sia usufruito della contestualità di firma con passaggio di proprietà, il nuovo acquirente ha 60 giorni di tempo per registrare il veicolo a proprio nome recandosi presso gli uffici del PRA, il quale rilascia il nuovo certificato di proprietà (su cui si annotano gli stessi dati già presenti nella carta di circolazione) e un tagliando adesivo da applicare sul libretto di circolazione con le indicazioni del nuovo proprietario.
Attenzione! Per contenere le spese è necessario recarsi presso la sede della motorizzazione o gli uffici ACI con servizio PRA, altrimenti anche l’ACI diventa come una normale agenzia e vi chiede una tariffa oltre alle tasse dovute per legge. Questo ultimo passaggio richiede un’ulteriore esborso 27 euro per gran parte delle formalità, questi soldi confluiscono direttamente nelle casse dell’ ACI che incassa per queste operazioni oltre 215 milioni di euro (dati 2013).
Se invece non si è in possesso del Certificato di Proprietà non ci si può recare allo STA, ma bisogna rivolgersi all’ufficio provinciale ACI con servizio PRA per la registrazione del passaggio, e alla Motorizzazione per l’aggiornamento della Carta di circolazione.
Facciamo un esempio di costi del passaggio di proprietà.
Sono necessari:
L’emolumento ACI pari a 27 euro
L’imposta di bollo per la presentazione dell’atto al PRA e il rilascio del CdP (certificato di Proprietà) pari a 32 euro (oppure 48 euro se l’atto non è redatto sul CdP)
L’imposta di bollo per il rilascio dell’aggiornamento della Carta di Circolazione, 16 euro
I diritti ex MCTC, 9 euro.
Sommando tutti i costi fissi arriviamo a 84 euro, bisogna poi aggiungere l’Imposta Provinciale di Trascrizione (Ipt), che varia in base ai Kw/cavalli del veicolo e alla provincia di residenza dell’acquirente. Quando la potenza dei veicoli è inferiore ai 53 kiloWatt l’Ipt viene determinata in misura fissa, altrimenti si paga 3,5119 euro a KW.
L’ACI ha un sistema informatico che alimenta le bande dati della Pubblica Amministrazione e che è già in grado di rilasciare un documento unico che attesti proprietà e caratteristiche tecniche dei veicoli, consentendo allo Stato di poter ridurre la spesa pubblica legata alla gestione delle nuove formalità automobilistiche, facendo affidamento su un ente pubblico non economico come l’ACI. Assicurazioni queste che arrivano per bocca di Angelo Sticchi Damiani, Presidente dell’ACI.
Un’ alternativa per risparmiare sarebbe introdurre il passaggio di proprietà online, ma anche qui il modello fa acqua, nonostante il leitmotiv del governo sia ‘’semplificazione burocratica attraverso la rete’’. Da qualche anno, infatti, è attivo ‘’Il portale dell’automobilista’’, un sito di servizio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che permette di pagare online di tutte le principali pratiche auto/moto, tra cui proprio il passaggio di proprietà. Peccato che, una volta pagata la somma con la carta di credito, ci si debba comunque recare alla Motorizzazione a presentare documenti necessari per la pratica. E pensare che la PEC (Posta Elettronica Certificata, mail su cui si possono inviare documenti che hanno valore legale) è già una realtà diffusa e assodata, ma avere un passaggio di proprietà online sul portale dell’automobilista darebbe fastidio a chi sui costi delle pratiche ha organizzato un ricco business.
Manuela Caputo