Le compagnie assicurative fanno pressioni sul governo in modo che venga incontro alle loro richieste. Richieste per nulla vantaggiose per chi si assicura.
Ce ne lamentiamo tutti: il costo dell’Rca è troppo alto. Bene.
Ma ecco che arriva il colpo di scena: in tutta risposta l’Ania, l’Associazione Nazionale per le Imprese Assicuratrici, afferma che le polizze sono troppo care principalmente a causa delle spese legali. Il sunto del suo pensiero è questo: se il governo agisse in modo da far ridurre le spese dei processi e le parcelle degli avvocati, le polizze di responsabilità civile costerebbero meno.
Ma ora le domande sorgono spontanee: le assicurazioni non dovrebbero fare in modo che le conseguenze del sinistro, almeno quelle economiche, non debbano ricadere sul cittadino? Quindi perché il suddetto cittadino dovrebbe accollarsi anche le spese per pagare un avvocato che lo aiuti ad ottenere un risarcimento? Il fatto è che le assicurazioni utilizzano da tempo l’Rca come mezzo per riequilibrare le proprie casse: un aumento della polizza permette sempre di rientrare da un’ eventuale perdita, dato che l’Rca è obbligatoria per qualsiasi cittadino voglia circolare con un mezzo motorizzato.
Le assicurazioni non perdono occasione di fare pressione sul governo anche per quanto riguarda le tabelle per i risarcimenti delle macrolesioni, cioè le lesioni pari o maggiori a 10 punti di invalidità permanente. I parametri di queste tabelle definiscono la gravità delle lesioni procurate in seguito ad un incidente, e sono diversi da Regione a Regione: le assicurazioni vogliono quindi intervenire chiedendo al governo l’istituzione di tabelle con un punto unico di invalidità a livello nazionale, in modo da abolire le differenze tra le Regioni. La situazione ad oggi è questa: l’art. 138 del codice delle assicurazioni private, che prevede l’emanazione di tabelle di legge applicabili a livello nazionale, è rimasto lettera morta. In tutta Italia infatti sono state prese a riferimento le tabelle redatte dal del Tribunale di Milano, che sono considerate dall’Ania troppo generose nei confronti dei danneggiati. Peccato che i risarcimenti con la tabella unica verrebbero dimezzati, e i danneggiati non sarebbero risarciti in proporzione al danno subito.
Un altro argomento su cui le assicurazioni si prodigano nella loro attività di loying è il risarcimento in forma specifica, ovvero quel risarcimento che si verifica quando chi ha provocato il danno ripristina la situazione che c’era prima di crearlo – in modo che il danneggiato non si debba accontentare del mero risarcimento in denaro. Lo scopo delle loro pressioni sarebbe assumere il controllo dei costi delle riparazioni, rendendo sempre più difficile rivolgersi al proprio carrozziere di fiducia che, a loro parere, si fa complice di molteplici frodi. E infine, sempre per ridurre il numero delle frodi, chiedono che il termine per la denuncia di un sinistro venga ridotto: i due anni, così com’è previsto attualmente, sono considerati troppi.
Insomma le assicurazioni hanno un lunghissimo elenco di richieste, peccato che siano tutte a loro favore e, d’altra parte, estremamente negative per gli assicurati.