Anche quest’anno LA Auto Show (21/30 novembre) è riuscito a essere un appuntamento fisso per i costruttori mondiali che qui hanno esposto novità, concept e soluzioni hitech, nell’ambito delle Connect Car Expo, una vera e propria anteprima di quanto verrà ampiamente dibattuto al Ces di Las Vegas ai primi di gennaio. Abbiamo visto di tutto e di più, in un Salone che è anche una vetrina degli eccessi, in stile tipicamente americano. Vi raccontiamo alcune tra le anteprime più attese.
Una delle maggiori icone quando si parla di performance e muscle-cars, lascia intendere che il trattamento ricevuto ripaga con un bilanciamento che esalta l’approccio più rude con la “bestia”. C’è chi la ritiene la più maneggevole e focosa Mustang finora prodotta.
Reduce da 25 anni di innovazioni, questa propone un nuovo motore da 2.3 litri EcoBoost e un’inedita versione Platinum series. La nuova Ford Explorer andrà in vendita la prossima estate.
Quattro porte, dimensioni mid-size per questa sedan che pone in primo piano prestazioni comparabili a modelli con motore a combustione. Perché questp non utilizza benzina e non emette altro se non vapore acqueo. La rottura con la tradizione è data dall’impianto fuel cell per ottenere un veicolo elettrico alimentato con idrogeno. Il rifornimento, secondo quanto dichiarato, avviene in circa cinque minuti, per viaggiare con un’autonomia fino a 300 miglia (507 km circa). Mirai è una realtà concreta, almeno in California i clienti la possono acquistare dalla primavera 2015.
Ambiziosa americana. viene riproposta dopo che gli ingegneri hanno eseguito un lavoro allo stato dell’arte per pavoneggiarsi con il rendimento di coppia della trasmissione a otto rapporti TorqueFlite, che ora è lo standard di ogni versione. Nella classe delle grandi lussuose, il marchio mette in evidenza l’avanzato sistema all-wheel drive (AWD), il pluripremiato Uconnect Access services (per i servizi multimediali) affiancato dalla nuova generazione dell’impianto di infotainment Uconnect systems, nonché dal nuovo schermo 7 pollici “driver information display” (DID).
Stile da coupé, sostanza, spazio e versatilità di un SUV e tecnologia maniacale Honda per ridare motivazioni al posizionamento sul mercato di un crossover giovanile. La seconda fila di sedili riconfigurabile tanto da essere definiti “Magic Seat, fa dell’uso dello spazio l’arma temibile per fare concorrenza anche ai segmenti superiori.
V-Series, ovvero aggiunta di forza e tenuta di strada sportiva per render ancora più accattivante un modello che già faceva della leggerezza e dell’agilità le doti da giocarsi nel comparto delle auto di lusso compatte (almeno per i canoni americani). In arrivo la prossima primavera, incorpora il primo motore a doppia sovralimentazione utilizzato per una V-Series. I dati stimano 455 cavalli di potenza (339 kW) e 603 Nm di coppia. Il più cattivo nel panorama dei sei cilindri, capace di realizzare la prestazione 0-60 miglia orarie (paragonabile a uno 0-96 km/h) in 3.9 secondi e raggiungere una velocità di oltre 185 mph (313 km/h). La scelta del cambio è tra il manuale a sei marce con Active Rev Match, o un automatico otto rapporti con paddle al volante, launch control e selezione delle Performance (Algorithm Shift).
Con l’altezza da terra incrementa (65mm), tecnologia Torque vectoring a controller la coppia e il traction control affinato nel controllo dell curve, la V60 Cross Country è realmente una vettura capace di avventurarsi fuori dall’asfalto. Le accuratezze di una Volvo V60 ma in forma più rude. I mercati di USA e Canada saranno i primi a commercializzarla, e per il lancio propongono in listino il cinque cilindri 250 hp con sistema All-Wheel Drive abbinato alla trasmissione automatica.
La schiera di tecnologie SKYACTIV e il design di ispirazione KODO-Soul of Motion sono alla base della nuova CX-3, che tutto sommato vuole dare di sé alla gente un’immagine essenziale. La motorizzazione per il Nord America è lo SKYACTIV-G 2.0 litri benzina, a cui Mazda associa la nuova generazione del sistema quattro ruote motrici AWD e l’ACTIVSENSE advanced per la sicurezza.
Il prototipo di due porte coupé lascia scorrere eleganti fisionomie in un design carico di sportività. Forme e lineamenti che evitando eccessi e dimostrandosi credibili, riescono a introdurre molte idee di modernità. Anche negli interni chiari, pratici nell’essenzialità dell’architettura, si percepisce un concept già operativo. Non scenografia fine a se stessa, ma la rappresentazione di una unità che può aprire un nuovo filone di gamma. L’intero pannello strumenti è focalizzato in un ampio display con funzioni “al tocco”, con una parte dell’interfaccia fruibile tramite un nuovo tipo di OLED display con un modernissimo utilizzo della tecnologia a LED. Nel concetto di evoluzione si combinano potenza, forza, comfort ed efficienza. Il propulsore 4.0 TFSI produce fino a 605 cavalli; ciò che può far accelerare la Audi Prologue da 0 to 100 km/h (62.1 mph) in 3.7 secondi. Da annotare il sistema dinamico all‑wheel steering (cioè con tutte le ruote sterzanti), nel quale le ruote posteriori possono girare fino a cinque gradi; dipende dal controllo attivo sensibile ai parametri di movimento (manovra, retromarcia, accelerazione, sollecitazioni, freni, sterzo). Sostanzialmente, dunque, dal dialogo con gli altri sensori per la sicurezza attiva.