Insidie stradali, come comportarsi
Strada scivolosa, molteplici buche, tombini rialzati, semafori mal funzionanti, guardrail non in sicurezza… tutte insidie che possono provocare numerosi incidenti stradali. Come si comportano le assicurazioni in questi casi? E come essere risarciti?
Succede spesso di dover circolare su strade la cui manutenzione non è delle più impeccabili: l’asfalto può presentare materiale pericoloso (ghiaia, olio, ghiaccio), la segnaletica può essere insufficiente o del tutto mancante, possono essere presenti caditoie a bordo – e non solo – del manto stradale… Tutti questi esempi sono spesso causa di quelli che sono qualificati come danni da insidia stradale, ed è la Pubblica Amministrazione a risponderne direttamente: in qualità di proprietaria o gestore della strada, è tenuta a risarcire i danni agli utenti provocati da insufficiente o mancata manutenzione della rete stradale.
La prima cosa da fare per essere risarciti è inviare una richiesta danni, tramite raccomandata, all’Ente proprietario della strada su cui è avvenuto il sinistro: Autostrade per l’Italia spa, ANAS, Province o Comuni. I tempi per ottenere il risarcimento sono piuttosto lunghi, sia a causa del tempo richiesto per gli accertamenti dello stato dei luoghi, sia perchè gli Enti hanno la tendenza a pagare direttamente solo i risarcimenti per sinistri di modeste entità. In seguito bisogna effettuare un rilievo fotografico che attesti l’effettivo stato di cattiva manutenzione della strada, oppure acquisire il verbale delle autorità, Polizia e Carabinieri, se sono intervenute.
In caso di lesioni personali, è bene eseguire i dovuti controlli clinici ed entrare in possesso di una certificazione medica; se anche il veicolo incidentato ha subito dei danni materiali, bisogna recarsi dal carrozziere per ottenere un preventivo sul costo della riparazione.
Per attribuire la responsabilità dell’incidente alla Pubblica Amministrazione, si deve dimostrare l’esistenza di un nesso tra la cattiva manutenzione della rete stradale e il danno subito. La P.A. per esimersi dalla responsabilità dovrà provare che il sinistro si è verificato o per un caso fortuito, imprevedibile ed inevitabile, o per il comportamento erroneo del danneggiato.
Nel primo caso si può parlare, ad esempio, di casi di forza maggiore: temporale, nubifragio, calamità naturale, tenendo conto della loro particolare eccezionalità; nel secondo caso si fa riferimento alla condotta del danneggiato: se questi ha tenuto un comportamento contrario alla cosiddetta “ordinaria diligenza” (velocità troppo elevata, mancato rispetto della distanza di sicurezza, disattenzione…), la responsabilità della P. A. può essere limitata o addirittura esclusa. Difficilmente infatti si riesce ad essere risarciti al 100%, in quanto le assicurazioni cercano sempre di trovare una causa che imputi l’incidente al danneggiato: la maggior parte dei sinistri vengono infatti liquidati in concorso di colpa.
In effetti il guidatore ha molto spesso l’illusione del controllo, e al posto di seguire le regole del codice stradale si affida al suo istinto: cosa importa se sforo il limite di velocità? Oppure non do la precedenza? La macchina davanti va troppo piano, perché non metterle fretta standole attaccata al paraurti?. Inoltre sono molti i casi in cui si leggono notizie di incidenti stradali intitolate: “La nebbia uccide ancora” oppure “Tragico incidente a causa della pioggia”. Ma la pioggia, la nebbia, o qualsiasi evento atmosferico si voglia citare in causa, possono effettivamente provocare un incidente? Forse sarebbe meglio precisare che sono condizioni che hanno agevolato il prodursi di un sinistro, ma non ne sono la causa principale, questo bisogna ammetterlo.
Manuela Caputo