Truffe assicurative: i metodi più utilizzati
Crisi, costi Rca altissimi, sempre meno disponibilità di soldi… sono queste le principali motivazioni per cui si truffano le assicurazioni per saltare qualche pagamento di polizza. Peccato che in questo modo si attivi un circolo vizioso, poiché le assicurazioni, vedendosi truffate, aumentano ancora di più il prezzo base dell’Rca, che innesca a sua volta ulteriori frodi che causeranno ulteriori aumenti. E così via…
Ci sono metodi che meritano un riconoscimento di fantasia e ingegnosità per aggirare le assicurazioni.
Il più utilizzato è quello di modificare a computer la data di scadenza sul tagliando, in modo da passare i normali controlli di routine della polizia. In passato difficilmente veniva effettuato un ulteriore controllo sulle banche dati, ma con l’introduzione del tagliando elettronico questo tipo di truffa sarà sempre più difficile da utilizzare.
Il secondo trucco in classifica è quello di acquistare una vettura all’estero, dove il costo delle polizze è di gran lunga inferiore rispetto all’Italia e dove ci si può rivolgere a un prestanome difficilmente rintracciabile.
Tutto questo avviene nonostante l’art. 132 del Codice della Strada stabilisca che dopo un anno di permanenza sul territorio italiano, la macchina debba essere reimmatricolata in Italia.
Nella realtà dei fatti però, il truffatore si fa forte del fatto che risulta molto difficile accertare da quanto tempo effettivo l’auto circoli sulle nostre strade; e anche se questo venisse verificato, la multa da pagare ammonterebbe da un minimo di 80 euro ad un massimo di 385 euro, una cifra comunque più conveniente rispetto a quanto si pagherebbe con l’acquisto e l’immatricolazione nel nostro Paese. Poco importa se dopo tale anno la macchina non risulti più assicurata, e in caso di sinistro non si abbia diritto ad alcun risarcimento…no?
Un altro sistema molto in voga per truffare le assicurazioni è la falsificazione dell’attestato di rischio: che bello se tutti fossimo nella prima classe di merito, vero? Per questo motivo viene sempre richiesto l’attestato di rischio originale rilasciato dalla compagnia che attesta effettivamente la CU.
Anche intestare l’auto a una persona che abita in una città dove l’Rca costa meno, oppure prendere una residenza in tale città quando in realtà non si risiede, è frode. Insomma, di tutto e di più, ma non ci si ferma solo alla contraffazione: a volte si arriva addirittura ad inscenare finti incidenti stradali con tanto di danni e una rete di testimoni creata ad hoc.
L’Ania è riuscita a quantificare il danno delle truffe assicurative in Italia intorno ai 15 miliardi di euro. La regione che ha il primato in questo campo è la Campania (il 12% delle frodi in tutta Italia), seguita da Puglia (l’8%) e Calabria (4%): percentuali alte se si pensa che la media per ogni regione è pari al 2.5%.
Al Nord e al Centro invece troviamo le Regioni in cui c’è la più bassa percentuale di illeciti assicurativi: al primo posto troviamo il Friuli, con lo 0,3%, seguono l’Umbria, la Toscana ed il Veneto a circa l’ 1%.
Per contrastare le frodi, esiste un sistema informatico integrato che proteggerà le compagnia assicurative dalle frodi legate agli incidenti simulati: si tratta di un archivio informatico che registrerà tutti i sinistri sospetti segnalandoli con una specie di bollino nero che mette in allerta le compagnie. A dare il via libera a questo archivio anti-frodi è stato il Garante per la Privacy con il provvedimento numero 378 del 24 luglio 2014. Le compagnie assicurative si possono rivolgere all’IVASS per verificare le segnalazioni di incidenti e per comunicare quelli sospetti assegnando ad ogni sinistro un livello di anomalia che servirà per tutelarsi dalle truffe prima di liquidare l’indennizzo.
Frodi da 15 miliardi di euro abbiamo detto: a questo si aggrappano le compagnie, anche se sappiamo che non è l’unico motivo per cui l’Rca è così alta. Quindi dobbiamo fare in modo di non dare adito a queste convinzioni, perché sta di fatto che la media delle polizze in Europa è di 230 euro, mentre i Italia è di circa 410 euro: spetta a noi comportarci correttamente affinchè emergano in modo chiaro anche gli altri motivi dei costi così alti.
Manuela Caputo