Alla voce green si alzano i sipari dell’attualità, e così la caccia alle innovazioni e alle idee rivolte all’energia alternativa.
La produzione di energia dalle olive si formula in tre fasi base. Raccolti gli scarti delle olive utilizzate per ottenerne l’olio, questi vengono trasformati mediante un biodigestore in un biogas di metano, anidride carbonica e composti di zolfo.
Il biogas filtrato, ottenendo anidride carbonica e idrogeno può alimentare una cella combustibile. Con l’ossigeno il mix produce dunque energia elettrica.
Un processo “pulito” per l’ambiente, almeno secondo le precisazioni di Carina Lagergren, responsabile del progetto.
Un valico del sistema iberico è che allo stadio attuale è un processo non competitivo per capacità di generare energia. I valori di potenza ottenibili sono assai esigui. Rispetto ad altre fonti per ottenere biogas energetici, deve moltiplicare l’efficenza di almeno 200 volte. Con 200 kW potrebbe almeno alimentare in autonomia la metà del fabbisogno dello stabilimento.
Le ricerche andranno dunque in questa direzione: l’ottimizzazione. Forza alle olive!