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Jaguar XE R-Sport 2.0 D 163: diversa dalle “solite” tedesche

Impressioni di guida

Monoscocca ad alta densità di alluminio, motori inediti, trazione posteriore, sofisticate sospensioni e uno stile raffinato rappresentano alcuni punti salienti della Jaguar XE, berlina del Segmento D che va a sfidare punti di riferimento come Audi A4, BMW Serie 3 e Mercedes-Benz Classe C. Le sorprese, in positivo, non mancano; una su tutte la guidabilità da prima della classe.

 Anche se fosse priva di stemmi e scritte la XE sarebbe immediatamente riconoscibile come Jaguar. Un pregio non da poco, tenuto conto del fatto che lo stile è completamente inedito e all’insegna di una modernità non certo usuale per il Marchio di Coventry. In sintesi, da ogni prospettiva d’osservazione la XE “rapisce” lo sguardo e conquista per l’aggressività del frontale, le fiancate snelle e filanti, nonché l’equilibrio dei volumi. Inoltre, l’allestimento R-Sport (presente sul “nostro” esemplare) arricchisce l’insieme con un sottile spoiler posteriore e il corpo vettura leggermente ribassato, grazie alle sospensioni sportive. Infine, se proprio dobbiamo muovere un appunto, questo riguarda i gruppi ottici posteriori dal design piuttosto anonimo che ha ben poco da spartire con la meravigliosa linea della XE.

Abitacolo curato, ma…

Gli interni sono molto curati, come anche la parte esterna, tuttavia hanno un aspetto tra l’anonimo e il minimalista che francamente stona su una Jaguar. La sensazione è che i designer si siano ispirati più a una BMW Serie 3 che alla tradizione del giaguaro, poiché raffinatezze come i pellami e i legni pregiati sono ridotte ai minimi termini, oppure non fanno parte del corredo. D’accordo, non si devono pretendere i livelli di una XJ, tanto per restare in casa Jaguar, ma una concorrente molto importante come la Mercedes-Classe C francamente ha un abitacolo decisamente più lussuoso. Non mancano comunque raffinatezze; nel caso dell’allestimento R-Sport, infatti, vi sono sedili rivestiti in pelle Taurus con inserti in tessuto tecnico, nonché finiture delle portiere in alluminio satinato. Quanto all’abitabilità, quattro persone stanno decisamente comode, mentre un eventuale quinto passeggero centrale deve fare i conti con lo spazio piuttosto limitato in larghezza. Da dieci e lode, infine, il posto guida sia per il piano di seduta basso che in virtù dell’impeccabile posizionamento dei comandi.

 “Il suono del silenzio”

Il motore 4 cilindri 2.0 turbodiesel Ingenium per parte sua è estremamente silenzioso; segno di doti intrinseche eccelse al pari dell’insonorizzazione ottimale come si conviene a una Jaguar. Quanto alle performance, questo propulsore è in grado d’imprimere l’accelerazione 0-100 km/h in 8”4/10, a fronte della velocità massima di 227 km/h. Un dato eclatante se comparato ai “soli” 163 CV, grazie al Cx pari a 0,26. Infatti, la XE è la Jaguar più aerodinamica di sempre.

In sostanza, il nuovo propulsore Ingenium è elastico, spinge bene ad ogni regime ed è ben coadiuvato dal cambio manuale a 6 rapporti. Cambio che si distingue per gli innesti brevi, precisi e “secchi” contribuendo al piacere di guida.

Comportamento su strada da best in class

L’argomento in cui la Jaguar XE primeggia su tutte le concorrenti è il comportamento su strada; che non è certamente poco considerati i livelli raggiunti dalle varie A4, Serie 3 e Classe C. In altre parole, la trazione posteriore, le raffinate sospensioni a doppio braccio oscillante anteriormente e Integral Link posteriormente e il peso contenuto dovuto alla monoscocca in alluminio, rendono la berlina Jaguar precisa, neutra e intuitiva anche nelle curve più difficili.

Più in dettaglio, gli inserimenti in curva sono velocissimi, accompagnati dallo sterzo diretto e “comunicativo” (ottima la servoassistenza elettrica) e la traiettoria corretta viene mantenuta anche esagerando con l’acceleratore. Quanto al sovrasterzo di potenza, tipico delle trazioni posteriori, questo compare moderatamente una volta esclusa l’elettronica di controllo. In conclusione, la XE è un’auto tutta da guidare come ve ne sono poche e, inoltre, riesce benissimo a far dimenticare la X-Type a trazione anteriore del 2001, ovvero poco più di una “Mondeo vestita a festa”.

Gian Marco Barzan

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