Schiacciamo il piede sull’acceleratore, ci dimentichiamo delle cinture di sicurezza, passiamo con il rosso… ma siamo all’estero? Il pensiero ricorrente è: “poco importa, tanto non ci verrà mai recapitata la multa”. Ma entro maggio 2015 saremo costretti a fare più attenzione: l’U.E. sta per approvare il nuovo regolamento che agevolerà lo scambio di informazioni sulle infrazioni. Ma questo significa che anche che per i veicoli con targa di un Paese dell’Unione Europea che circolano in Italia sarà più difficile farla franca.
Uno studio della Commissione Europea ha analizzato che i guidatori stranieri, pur essendo circa il 5% del traffico europeo, sono responsabili del 15% delle infrazioni per eccesso di velocità. In Francia i veicoli stranieri commettono addirittura il 25% delle infrazioni totali, perciò l’U.E. ha deciso – è il caso di dirlo – di mettervi un freno. Il Consiglio Europeo per la Sicurezza Stradale (Etsc) e la rete europa delle polizie stradali (Tispol), renderanno fattibile notificare ogni tipo di violazione del Codice della Strada in qualsiasi Stato membro. In altre parole, le multe diventeranno sempre più europee. Il nuovo sistema di regole verrà applicato a tutti i 28 stati membri e permetterà alle autorità locali di velocizzare l’identificazione del veicolo attraverso una comunicazione diretta dei database delle motorizzazioni europee.
C’è chi aspetterà alla frontiera il trasgressore, chi sfrutterà i tribunali civili per recuperare il credito dovuto o chi come la Svizzera adotterà norme penali. Un’ultima possibilità potrebbe essere quella del recupero crediti internazionali, un servizio offerto da società specializzate nel recupero crediti e dai cui sarà difficile sfuggire.
Ad ogni modo, c’è da dire che tutte queste novità non sono altro che un adeguamento degli Stati membri – escluse Inghilterra, Irlanda e Danimarca – alla direttiva europea 2011/82/UE nata per agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale. Il regolamento attuativo è entrato in vigore un anno fa, ma la Corte europea aveva rilevato delle scorrettezze legali, per cui la commissione ha dovuto rimettere mano al testo. Entro maggio 2015 il nuovo regolamento dovrà essere approvato, e si spera che questa sia la volta buona.
Manuela Caputo