Ha creduto nel successo di Captur, e ora Renault segue l’onda e lancia nel campo di battaglia dei crossover la sua nuova creatura: Kadjar. Si insidia nel segmento C dei veicoli multiruolo di tendenza, zona di prima esplorazione per la Casa Francese, ma non il suo Alleato Nissan. Farà a botte col Qashqai?
Dal debutto commerciale in Europa (inizio estate 2015), passerà poi in numerosi mercati dell’Africa e del bacino del Mediterraneo e successivamente in Cina (nuovo regno dove Renault utilizzerà il suo primo, moderno impianto costruttivo cinese). Fratello maggiore di Captur, Renault Kadjar punta a intrigare già nella ricerca del nome esotico. Curiosità: nasce dalla combinazione KAD- e –JAR. KAD- si ispira ai “quad” (veicoli quattro ruote vai-dove-vuoi) mentre –JAR richiama la parola francese ‘agile’ o ‘jaillir’ a rappresentare l’agilità e l’emergere in qualcosa.
Segna 4,45 metri in lunghezza e 1,84 in larghezza. Versioni con trazione 4×2 o 4×4, a dare credito alle ambizioni tuttoterreno.
Per Kadjar la presentazione pubblica è stata preparata passo passo nell’aspettativa, in attesa di concretizzare l'”outing” al Salone Internazionale dell’Auto di Ginevra.
Frutto di sinergie – Ma ricordiamoci che i Brand che fanno gruppo sono quelle che riescono oggi ad avere maggiore forza commerciale e assediare ogni campo. Un pianale ha valore multiplo nella porzione dei modelli. Così è per questo crossover con il DNA Renault che utilizza una piattaforma comune dell’Alleanza, Renault-Nissan (ha venduto 8,4 milioni di unità nel 2014 in circa 200 Paesi, consolidando il suo posizionamento di 4° Gruppo automobilistico mondiale). Acquisti, risorse umane, fabbricazione e logistica, e ingegneria hanno un management comune. Prioritario lo sviluppo di piattaforme comuni.
Renault Kadjar nasce infatti su una piattaforma condivisa dai due costruttori. Di fatto, la parentela è strettissima con Qashqai. Tanto sforzo ci è voluto per non renderla palese: differenziare sul design serve all’identità di marca e su questo punto siamo già stati coinvolti in dibattiti tra chi intravede un buon lavoro degli estetisti dell’équipe del Technocentre e chi si aspettava maggior personalizzazione.
Pensatela come credete, ma sulla carta il progetto Kadjar di crossover del segmento C prende un po’ del fratellino Captur e qualche tocco della concept-car Dezir (così da infilarsi nello spazio di mercato sotto il Koleos). Strategia per combinare senso dell’agilità, robustezza e aria d’avventura. La presentazione in tinta Rosso Fiamma vuole toccare anche il tasto del “passionale”.
A dare risposte, l’impatto del frontale, le fiancate lievemente incavate e le spalle ampie che hanno un ruolo determinante per richiamare il segnale “robustezza”, la larghezza visiva del veicolo.
Segni caratteriali – L’altezza libera dal suolo (190 mm) è caratteristica adeguata perché l’acronimo SUV sia realistico. Su questa linea, ecco le carenature inferiori delle porte e gli scivoli sottoscocca a fare da protezione. Parafanghi larghi e cerchi grandi, fino a 19’’ in base alle versioni, soddisfano anche la parte sportiva di Renault Kadjar. Il diametro di sterzata è di 10,72 m. Carine le barre al tetto a rotaia, in alluminio anodizzato.
La firma luminosa non manca di LED, a forma di “C” per le luci diurne anteriori. Due moduli LED “Pure Vision” fanno da anabbaglianti e abbaglianti. Su tale scia si conforma l’ottica posteriore, quasi come sulla concept Captur.
All’interno hanno ricercato il senso qualitativo ed ergonomico. Strumenti orientati verso il guidatore, plancia che punta all’estensione orizzontale delle linee per esaltare la larghezza percepita, gradevolezza al tatto dei materiali schiumati e finiture gratificate da sottili elementi cromati e doppie impunture sui sedili. L’onda della semplificazione – Alla voce “multimedialità” Renault fa annotare lo schermo di tipo capacitivo a colori TFT da 7’ e il sistema R-Link 2 (adottato in primis sulla nuova Renault Espace). R-Link 2 comporta riconoscimento vocale per navigatore, telefono, applicazioni e radio. Appare semplice. Dalla Home page si ritrovano le funzioni più utilizzate e la proposta di App abbraccia svariati settori: automobile, turismo, informazioni, social network e strumenti utili.
Nel vano bagagli, il sistema “Easy Break” consente di sbloccare e ripiegare automaticamente i sedili posteriori divisi 1/3-2/3. Interessante il fatto che si possa variare dalla posizione alta del pianale, per facilitare il carico, a una posizione bassa, per un volume di carico di 472 litri. Inoltre il sedile passeggero può essere ripiegato a tavolino, e ci sono vani per 30 litri di capacità suddivisi nell’abitacolo.
La versione 2 ruote motrici propone l’Extended Grip, che sfrutta l’elettronica della cinematica per dare aderenza anche in condizioni di guida difficili, con la complicità dei pneumatici “Mud and Snow”.
Il meglio vuole la trasmissione integrale, che ha tre modalità di utilizzo (Auto, LOCK e 2WD). In Lock si blocca praticamente la ripartizione rendendo costanti i vantaggi in mobilità sui fondi insidiosi.
Quanto ad equipaggiamenti della moderna generazione, rispondono bene ai livelli del settore; vi troviamo l’assistenza alla frenata di emergenza, l’allarme di superamento della linea di carreggiata, il riconoscimento della segnaletica stradale con allarme per limiti di velocità e la retrocamera.
A favore del contenimento dei consumi c’è un sistema Stop and Start, utile soprattutto in città.
Fra i motori disponibili, della serie Energy, non mancheranno i noti turbodiesel 1.5 dCi da 110 CV o 1.6 dCi da 131 CV. Quanto al benzina, diamo maggior certezza per il 1200 turbo 116 CV. Le conferme, ormai, a breve.