TUNING – mondo di arti, chip e affetto
Nella cruda esplorazione del concetto, TUNING sarebbe l’aggiustamento, regolazione di tecnica, stile o tecnologia. Molti la considerano un’arte, risposta a un affetto e un rapporto viscerale con il proprio veicolo, ma anche il modo di rappresentare la passionalità motoristica quanto la personalizzazione del proprio piacere nella guida.
Fare un pieno di particolarità stilistiche è uno “step” molto in voga, seppur spesso costoso nel formare l’impronta caratteriale dell’auto; esibizione come plusvalore.
Atro “step” riguarda il ritocco di alcuni elementi tecnici, e ovviamente l’attenzione necessaria va maturata e sviluppata per ottenere gli effetti desiderati nei vantaggi circa prestazioni e rendimento, restando entro i parametri legali della UE.
Se il nord-america e il sud-america hanno fatto scuola (con tendenze al rialzo o all’abbassamento dell’assetto; con gli USA più attratti dagli effetti “truck” e i latini a giocare diversamente con le sospensioni pneumatiche – i games come GTA insegnano), in Europa il vero Tuning ha trovato spazi in rialzo rispetto, a esempio, a Spagna, Svizzera e Germania, ma poi l’effetto trainante nel Vecchio Continente si è fatto sentire. Specie dopo aver imparato a scansare soluzioni imperfette: non si può chiedere il massimo da un body-lift senza adeguati interventi su sospensioni, trasmissione e ruote.
Lasciamo da parte possibili influenze alla “Fast and Furious”, ma è assodato che dare un tocco positivo al personale gusto della guida ha riscosso evidenti successi.
Si gioca con i software, ma lo si può fare in modi diversi. E non solo per spingere un po’ verso l’alto le prestazioni, ma ottenere miglioramenti anche nel rendimento globale del motore, coinvolgendo quindi anche i consumi.
L’importante è davvero fare attenzione a cosa si sceglie, perché le possibilità di arrecare danni ci sono quanto le possibilità di ottenere risultati sorprendenti.
Lo spunto per scriverne ci è arrivato dando una sbirciata alla grande varietà di proposte e, nel caso specifico al sito di RaceChip (http://www.racechip.it ) per la varietà di soluzioni ragionate e versatili. Ciò che afferma il proprio rapporto esclusivo con l’auto.
Per esempio c’è ancora qualcuno preferisce la rimappatura del software centralina, ma nella gran parte delle auto è ormai schermata; l’eprom interna ha il blocco, quindi escogitato il modo di arrivarci senza troppi problemi va riconfigurata col software appropriato e spesso va sostituito il circuito intero.
Il “cervello” informatico del motore che agisce su alcuni parametri fondamentali tipo l’iniezione di carburante nei cilindri, la fase di combustione e in generale sui vari parametri elettronici presenti in un moderno veicolo. La centralina riceve i segnali da tutti i sensori e li rielabora regolando in base ai tipo di motore i risultati che si vogliono o si possono ottenere. In genere riguarda il guadagno in potenza, in coppia motrice ma anche il rendimento globale. Perché un buon Tuning prevede anche la possibilità di ridurre il carburante consumato.
Se il lavoro è appropriato, si ottiene il tanto desiderato guadagno in prestazioni, ma anche una migliore resa del veicolo a determinate condizioni di guida.
La mappatura della centralina come sanno gli appassionati, cancella e poi riprogramma secondo le esigenze del proprietario del veicolo: operazione delicata. Occorrono degli esperti (che sanno anche come restare nella legalità e nell’omologazione).
Il sistema può magari permettere di ottenere più facilmente maggiore potenza, ma rende anche più complicato effettuare diagnosi o fare “un passo indietro” per tornare all’impostazione originale.
Sono fattori che per esempio hanno valutato quelli di RaceChip arrivando a ritenere che i vantaggi del montaggio di un chip tuning con dispositivo di controllo aggiuntivo siano superiori.
Intanto il modulo (un mini computer) è molto facile da montare; predisposto a seconda del veicolo turbo diesel o turbo benzina, non comporta variazioni del dispositivo di gestione base e viene collegato mediante cavo e connettore. Riceve segnali analogici e digitali, ricalcolando in tempo reale i parametri di controllo (esempio, accensione, iniezione, gas di scarico e via di seguito).
Interessante il fatto che il dispositivo aggiuntivo possa essere rimosso altrettanto agevolmente e passarlo su un altro veicolo. Ma altrettanto interessante è il fatto che con il chip tuning di RaceChip è possibile effettuare delle regolazioni rispetto alle impostazioni determinate, per sfruttare l’aumento di “potenza del motore“, “Eco tuning” per favorire il risparmio di carburante, oppure una combinazione calibrata. Questo tramite regolatore con interruttore rotante.
Della tedesca RaceChip ci sono attualmente tre moduli diversi: RaceChip One, Pro 2 e Ultimate (149 euro – 249 euro – 479 euro). Cambiano le potenzialità, con aumenti massimi della potenza dal 25 % fino al 31%, della coppia (20 al 26%) e possibile risparmio di carburante che in ogni caso possono raggiungere un litro per 100 km.
Ovviamente un elaborazione del software e centralina possono essere coadiuvata da altri interventi, come al sistema di scarico o la semplice sostituzione del silenziatore o più naturalmente del filtro dell’aria con altro più sofisticato ed efficente. Si arriva fino a livelli più tecnici, come con la sostituzione dell’alternatore e perfino degli alberi a camme e della frizione: le personalizzazioni possono spingersi a livelli estremi, ma più avanza nel tuning maggiori sono le difficoltà a rientrare nell’ambito della legalità. Quindi attenzione.
Tornando all’oggetto del discorso del modulo software, è preferibile un acquisto diretto dallo specialista, ma ovviamente le ordinazioni si possono fare anche online, dal sito del fornitore (per esempio nel caso del RaceChip a cui si è fatto riferimento è www.racechip.de, ma sorprendentemente i più utilizzati sono Amazon e eBay.
In ogni caso è importante la Marcatura CE del prodotto a conferma della conformità ai requisiti di sicurezza dell’Unione Europea. Compreso il rilascio del certificato di conformità per il diritto alla circolazione stradale.
La redazione