A benzina o a gasolio fa poca differenza
Le correnti di pensiero riguardo i motori termici da impiegare sulle auto ibride sono due, ovvero c’è chi come Audi, BMW, Honda, Infiniti, Lexus, Toyota e Volkswagen predilige le unità a benzina, mentre realtà quali per esempio il Gruppo PSA (Peugeot e Citroen) e Mercedes-Benz preferiscono le motorizzazioni a gasolio. Si tratta per buona parte di scelte di marketing, in quanto la forbice contenuta di prezzo relativa a benzina e gasolio non rappresenta una discriminante, mentre tecnologie quali la sovralimentazione e l’iniezione diretta in camera di scoppio abbattono consistentemente i consumi e le emissioni dei propulsori a benzina, rendendoli competitivi con quelli a gasolio.
Circolo virtuoso
Su alcune auto ibride, l’ausilio della propulsione elettrica crea di fatto sistemi di trazione integrale estremamente semplici ma altrettanto efficaci. Al riguardo per esempio, la Peugeot propone la 508 RXH e la 3008 Hybrid 4. Tali vetture, infatti dispongono del motore 2.0 diesel HDi anteriore, associato a un propulsore elettrico che agisce esclusivamente sull’assale posteriore. E proprio tale unità collocata al retrotreno attiva la trazione integrale, senza che vi siano dispersioni di potenza e pesanti organi in movimento che su molti tradizionali 4×4 incrementano pesi e dispendio di carburante. Conseguentemente, nel caso delle Peugeot appena citate, la tecnologia ibrida raggiunge l’obiettivo di ridurre consumi ed emissioni garantendo anche la massima aderenza possibile.
Una gamma composta solo da vetture ibride? Ci ha pensato la Lexus, brand di prestigio in seno alla Toyota, la cui offerta spazia dalla berlina del Segmento C CT 200h e culmina nella sontuosa ammiraglia LS 600h. I risultati conseguenti si riferiscono a vetture altamente prestazionali, ma soprattutto in grado di contenere i consumi in modo semplicemente inarrivabile con vetture ad alimentazione tradizionale e cilindrate comparabili. In sostanza, alla Lexus si sono impossessati con estrema maestria dell’esperienza Toyota e l’hanno declinata su vetture di grande prestigio, fermo restando i propulsori a benzina quali unità termiche. Il risultato è un alto indice di gradimento commerciale su tutti i mercati, Nord America in primis, ma anche un modo egregio per “combattere la guerra” ai CO2.
Oggi chi vuole acquistare una vettura ibrida ha ampie possibilità di scelta. Citando alcuni esempi tra i tanti, la Toyota propone un’utilitaria come la Yaris nella versione 1.5 HSD che abbina un motore a benzina 1.497 cc al propulsore elettrico, per una potenza massima di sistema pari a 101 CV, ma soprattutto appena 75 g/km di CO2 in media. Senza dimenticare gli altri modelli della Casa giapponese, Aygo esclusa, tutti proposti in versione ibrida compresa la sempiterna Prius. Passando a trattare di tutt’altro genere di vetture, la Audi realizza il Q5 2.0 TFSI Hybrid quattro Tiptronic da ben 245 CV, mentre la BMW propone l’ActiveHybrid 3. Quest’ultima, la classica Serie 3 berlina, associa il propulsore 6 cilindri in linea 3 litri TwinPower Turbo a una unità elettrica, erogando la potenza di sistema pari a 340 CV. Dal canto suo la Mercedes-Benz realizza la E BlueTEC Hybrid, ossia un’ibrida con propulsore a gasolio 2.143 cc per una potenza totale di 231 CV. Questi sono soltanto alcuni tra gli innumerevoli esempi di vetture ibride; un settore ormai in forte espansione e che vedrà in futuro ulteriori implementazioni. Implementazioni che potrebbero provenire anche dal nostro Paese (finalmente).
Gian Marco Barzan
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