Performance debitamente assecondate con la rinnovata BMW M6 Coupé, tanto dall’assetto quanto dall’impianto frenante, specialmente se quest’ultimo dispone dei dischi carboceramici opzionali.
Grazie al motore V8 4.400 cc TwinPower Turbo, erogante 560 CV tra i 6.000 e i 7.000 giri/min. e 680 Nm di coppia massima disponibili da 1.500 a 5.750 giri/min., la rinnovata BMW M6 Coupé accelera da 0 a 100 km/h in 4”2/10, percorre i 1.000 metri da fermo in 21”7/10 e raggiunge la velocità massima autolimitata a 250 km/h.
Con il restyling ci ha guadagnato
Esteticamente la BMW M6 Coupé adesso appare ancor più affascinante di prima, merito di elementi inediti come i gruppi ottici a LED di serie, mentre il “doppio rene” M con asticelle sdoppiate e la marcata grembialatura anteriore con voluminose prese d’aria rappresentano ormai dei classici.
L’indole sportiva viene sottolineata anche all’interno dove compaiono, ad esempio, il volante in pelle M con paddles del cambio a doppia frizione, la strumentazione combinata specifica e il Central Information Display in stile iPhone. Ovviamente non potevano mancare i sedili anatomici M a regolazione elettrica, rivestiti in pelle Merino come buona parte dell’interno.
Guidando la BMW M6 Coupé in circuito, l’agilità è tale da far dimenticare molto in fretta i 1.925 kg di peso a vuoto. La vettura, infatti, si inscrive nelle traiettorie assai velocemente e con “la precisione di un compasso” senza manifestare alcun sottosterzo.
Dopo qualche giro necessario per prendere confidenza, ci si può divertire in una guida altamente tecnica perfezionando la percorrenza delle curve, trovandosi a saltare sui cordoli senza tanti complimenti.
Degno di nota anche l’impianto frenante carboceramico opzionale, in grado di gestire le ripetute staccate al limite senza fare un plissé assicurando una forza di decelerazione che toglie il fiato.
In sintesi, la BMW M6 Coupé si mostra a proprio agio nei circuiti come ben poche altre granturismo riescono a fare, ma al tempo stesso è in grado di assicurare lunghi viaggi confortevoli così come di affrontare il tipico percorso casa – ufficio con nonchalance.
Certo, se proprio dobbiamo muovere una critica, questa riguarda il sound un po’ artificiale del motore, ma avercene di macchine (e sottolineiamo macchine, alla medesima stregua di un Concorde) così!
Gian Marco Barzan
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