Il peso significherebbe rimetterci oltre mezzo milione di Dollari, mazzetta più o pacchetto meno.
Mossa quindi scottante ma di salvaguardia sul fronte economico, per consentire al marchio del Fulmine di puntare dove può recuperare quote di mercato dopo i bilanci un po’ doloranti degli anni precedenti.
Il ritiro di General Motors avrebbe però motivazioni ancora più complicate in quanto si percepisce abbastanza chiaramente come la decisione possa essere influenzata anche dalla complicata situazione politico/diplomatica legata alla “crisi” in Ucraina.
La ristrutturazione delle attività in Russia, complicate dalle sanzioni occidentali e dalle ritorsioni dell’esecutivo di Mosca, dovrebbe costare a GM oltre mezzo milione di dollari. Già a fine anno Chevrolet ridurrà la propria presenza, mentre il colosso americano si concentrerà soprattutto su Cadillac e sui modelli di punta col Cravattino Chevy, come Corvette o Camaro.
Se i programmi non si ristabilizzano, ancora prima, cioè verso la metà dell’anno, verrà sospesa la produzione nello stabilimento di San Pietroburgo e “annullati” i contratti con GAZ per l’assemblaggio di veicoli Chevrolet. Sopravviverà al pesantissimo ridimensionamento solo la joint-venture con Avtovaz che fabbrica Chevrolet Niva. GM ha assicurato che comunque vada continuerà a garantire assistenza e ricambi ai clienti del gruppo nel Paese.