Impressioni di guida
Non si tratta certo di un’auto da corsa. Opel Adam S è un modello che propone prestazioni al vertice, sensazioni intense e tanto divertimento.
Ha anche un colore “da 007”
I designer della Adam S hanno unito proporzioni grintose e atletiche a un profilo dinamico. Più in dettaglio, la vettura appare ben “piantata a terra” grazie alle ampie carreggiate che anteriormente misurano 1.472 mm e posteriormente 1.464 mm, mentre la “livrea” sportiva è composta da spoiler anteriore, modanature laterali sottoporta, l’ ampio paraurti posteriore sagomato con lo scarico visibile e l’originale alettone posteriore sul tetto. Inoltre, le originali luci ad ala con LED per la marcia diurna vengono riprese nella zona posteriore dai gruppi ottici scolpiti. Quanto alle tinte della carrozzeria ve ne sono dieci, tra cui l’estroverso giallo “James Bond”.
“Che grinta il motore!”
Ora è giunto il momento di metterci al volante della Opel Adam S. Non appena avviato il motore scopriamo un sound piuttosto “educato”, tant’è che un po’ di coreografia in più non guasterebbe sullo stile di quanto fanno alcune concorrenti. Rombo contenuto a parte, a impressionare favorevolmente è la grinta del motore che si mostra immediatamente e senza alcun ritardo di azione del turbocompressore. Il propulsore si esibisce in una progressione entusiasmante ricordando più un due litri aspirato d’intonazione sportiva, piuttosto che un 1.4 turbo qual è in realtà. A favorire questo comportamento è sia la doppia fasatura variabile continua, sia il turbocompressore stesso integrato nel collettore di scarico.
Massimo divertimento tra le curve
Riguardo il comportamento, su una strada ricca di curve abbiamo apprezzato il sottosterzo contenuto e anche la trazione notevole quando si richiede tutta la potenza. Senza dimenticare i moti di cassa estremamente ridotti, dovuti all’assetto sportivo, e lo sterzo diretto e “comunicativo”. In sintesi, la Opel Adam S è la classica auto con la quale divertirsi in tutta sicurezza, grazie anche all’interazione ottimale tra telaio e motore.
Gian Marco Barzan
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