Il nuovo capitolo della Viper è il prodotto di American Club Racer (ACR). La più frenetica, esagerata versione corsaiola certificata per l’utilizzo su strada
L’Extreme Aero Package vale un plus pari a quasi una tonnellata di forza portante a spingere l’aderenza delle ruote al suolo; terrificante, almeno per ciò che si arriva a dover sopportare in curva alla alla velocità massima; si avvale di due elementi regolabili per l’ala posteriore, in fibra di carbonio come i diffusori.
Sospensioni a dieci impostazioni, e ammortizzatori coil-over Bilstein con 3″ da giocarsi in estensione e resistenza dura in compressione.
La combinazione, affermano, può sostenere 1,5 g di sollecitazione nelle curve prese in “pieno assalto”.
Le gomme standard Kumho Ecsta V720 high-performance misurano 295/25/19 davanti e 355/30/19 dietro, ma soprattutto hanno fatto segnare un evidente guadagno nella velocità di curva.
A fornire forza motrice è il V10 8,4 litri, per la bellezza di 645 hp di potenza devastatrice e 814 Nm di coppia, valore ai vertici per un motore aspirato montato su un veicolo in commercio.
Interni allestiti per emozionare ogni patito con l’anima sportiva. Rivestimenti dedicati in Alcantara realizzati artigianalmente, plancia purista e l’iconico badge ACR mettono in chiaro come la preparazione custom sia qualcosa di unico.
Questa Viper ACR inizia a essere prodotta a Detroit, con calma e con la cura dei manufatti speciali, nel terzo trimestre 2016.
Omologata e certificata, come detto, per girovagare per la strada, ha in sé l’anima sportiva delle piste. Con una preparazione che si eleva ai livelli della straordinarietà, perché Dodge e ACR, diciamocelo chiaro, hanno oggi quanto mai bisogno di essere competitivi commercialmente ma allo stesso tempo di valorizzare l’immagine e far ricordare ciò che ha reso il modello una leggenda, fuori e dentro le piste intorno al mondo.
L’Extreme Aero package è raccontato come il lavoro aerodinamico oggi più efficiente al mondo per una sportiva che può circolare liberamente, anche al raggiungimento (su pista è consigliabile) della velocità di punta sul filo dei 300 km/h.
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Imponente l’ala posteriore (larga 187,6 cm), riconoscibile come un’aeroplano il cofano e gli splitter estesi all’anteriore e le minigonne. L’effetto migliorativo di attaccamento al suolo (come fosse per la fidanzata) si dice tre volte superiore rispetto alla valorizzazione aerodinamica della Viper TA, la Time Attack 2.0.
L’ESC, cioè il controllo elettronico di stabilità (Electronic Stability Control system) ha cinque modalità di azione (Full-on, Sport, Track, Rain, Full-off modes); quindi è escludibile completamente, e quando in funzione agisce anche in relazione all’assetto, con gli ammortizzatori che contano su dieci impostazioni in compressione ed estensione e su un range in altezza di 3″.
Il motore V10, tutto in alluminio, si esalta nel rendimento come nella sonorità incantatrice grazie a un impianto di scarico a regola d’arte, con i terminali laterali che controllano sovrariscaldamento e valori di pressione.
La forza motrice è scaricata al suolo attraverso il cambio Tremec TR6060 manuale a 6 marce.
Colori e dettagli racing, la firma ACR come un trofeo, sono solo la base di una versione Viper che viene poi particolarmentee personalizzata secondo audacia del cliente. Al motto del programma “One-of-a-Kind Street-Legal Race Car“, un solo e unico esemplare, il proprio e diverso da ogni altro, corsaiolo, esagerato in certe estremizzazioni estetiche quanto tecniche, ma legale anche su strade pubbliche.
Quindi una supercar alla Fast and Furious da portare anche al bar.
Con la scelta tra 8,000 tinte esterne, 24.000 varianti di strisce, 11 cerchi diversi, 16 arredi, 7 combinazioni di kit aerodinamici e assetto, alla fine è solo questione di prezzo. Che non è ancora esattamente precisato ma sicuro deve essere competitivo soprattutto rispetto alla Corvette.
Fabrizio Romano