Ci ha abituato alle sue battute Silvio Berlusconi. Quelle giocose, a volte un po’ “spinte” e quelle anche un po’ irriverenti da campagna elettorale. Ma è nella tipicità del personaggio. In questo caso però il “gioco” gli costerà caruccio. La laurea di Antonio di Pietro non si tocca. Mica è il trota o Giannino (anche se stanno tutti su pianeti culturali ben diversi).
I fatti risalgono al 10 aprile 2008 quando, durante la trasmissione televisiva “Porta a Porta” condotta da Bruno Vespa, Silvio Berlusconi aveva messo in dubbio la veridicità della laurea dell’ex pm Antonio Di Pietro. Ora la sentenza 13516/2015 del Tribunale di Roma ha definito l’annosa questione e Silvio Berlusconi dovrà risarcire Antonio Di Pietro con oltre 90 mila euro, di cui 75 mila a titolo di risarcimento e 15.350 per compensi legali ed esborsi di legge.
Come sostenuto dal Prof. Avv. Sergio Scicchitano era evidente che le parole pronunciate durante la trasmissione «Porta a Porta» da Silvio Berlusconi, poiché esauritesi nella sfera di una competizione elettorale, non fossero finalizzate all’attività tipica del parlamentare. A tale riguardo la Corte Costituzionale, decidendo sul conflitto di attribuzione sollevato dai giudici, aveva annullato la delibera con cui la Camera dei Deputati dichiarava che le frasi di Silvio Berlusconi, allora deputato e candidato premier, fossero insindacabili in base all’articolo 68 della Costituzione.
“Sono estremamente soddisfatto perché finalmente, dopo oltre 7 anni di battaglie giudiziarie, il Tribunale di Roma ha accertato la verità dei fatti confermando, come da noi sostenuto, che le dichiarazioni di Silvio Berlusconi sono lesive dell’onore e del decoro dell’allora leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro” commenta l’avvocato Scicchitano.
Certo la battaglia è durata oltre 7 anni. Ma ora il Prof. Avv. Sergio Scicchitano ha vinto. A stabilire la verità è stata proprio la Prima Sezione Civile del Tribunale di Roma. E per l’Avv. Scicchitano un bel vantaggio all’immagine.