Due ricercatori che si occupano di sicurezza sono diventati famosi proprio perché hanno dimostrato come il concetto di hacking in campo automobilistico abbia già oltrepassato una nuova frontiera: in modalità wireless sono infatti riusciti a violare una Jeep mentre veniva guidata.
Ovviamente gli emulatori hanno fatto presto a seguirne l’esempio, e dopo altre auto, altri modelli sono stati oggetto di hacking motoristico .
Ora, soffermandoci un attimo sul termine, hacker non è obbligatoriamente un criminale (i software che usiamo spesso celano giochini o scherzi maliziosi che il creativo informatico ha nascosto per diletto) ma per lo più è associato a ” pirateria o violazione informatica per accedere e modificare un sistema hardware o software. Spesso l’hacker spavaldo vuole che si possa ammirarne l’abilità dell’operazione “.
Su MotorAge.it avrete avuto molte occasioni per leggere di innovazioni tecnologiche studiate da brand motoristici: di modelli che si controllano in remoto fuori dall’abitacolo, che creano veicoli fantasma da seguire, verificano la presenza di oggetti in movimento, calcolano le distanze con i radar, rallentano, frenano, leggono, vedono.
E l’avanzata del wireless rende le auto ancora più vulnerabili.
Andiamo verso l’auto a guida autonoma, ma i costruttori hanno studiato super tecnologie senza curare abbastanza la sicurezza, le possibili intromissioni informatiche.
Nell’era in cui tutto è “smart” e vari oggetti tecnologici possono essere connessi, elementi prima innocui (dalle apparecchiature mediche agli elettrodomestici di casa) ora possono essere violati.
Con prospettive pericolose se si pensa che oggi un hacker freelance può lanciare un attacco DDoS per 5 euro… Quanto poco costerà ingaggiare un hacker per eseguire un attacco con l’intento di far male o uccidere qualcuno, magari su commissione di un amante geloso e di un rivale nel business? E come farà la gente a difendersi?
“Come per qualsiasi altra violazione, c’è anche un danno economico tra le conseguenze di cui tenere conto. La Chrysler ha richiamato 1,4 milioni di auto per la falla riscontrata nella sicurezza. I proprietari di modelli Chrysler hanno ricevuto un dispositivo USB da inserire nell’auto, che caricherà la patch di protezione.
“La necessità di maggiore sicurezza nel settore automobilistico, negli USA è stata sollevata da due senatori, che hanno redatto un progetto di legge per avere vetture conformi a norme di protezione contro gli attacchi digitali e della privacy. La questione è entrata nell’agenda politica. Riusciamo a immaginare cosa accadrà quando i computer controlleranno del tutto le auto? I produttori di automobili non hanno progettato i sistemi con l’hacking in mente, ma è indubbiamente il momento per loro di adottare un approccio nuovo e sicuro, prima che possa avvenire un disastro” – conclude Jan Valcke, Presidente e COO VASCO Data Security .