Auto elettrica nel futuro degli italiani
Tutti i mercati, da ogni parte degli oceani, vedono un futuro “verde” della mobilità. Anche gli italiani si stanno progressivamente convincendo di questa realtà. Per esempio, proprio in questi giorni nel corso di un test di Motorage.it sono stati molti gli automobilisti che si sono avvicinati per chiedere informazioni. Quasi si trovassero davanti a una supercar da sogno. Invece è la curiosità che si fa avanti, e come sempre prevede in anticipo le scelte. Come a volte accade con i film futuristici: quelli seri, fonte di studi e dati, si rivelano preveggenti.
Secondo i dati di uno studio europeo condotto da AutoScout24, il sito leader in Italia e in Europa per la compravendita di veicoli online, il 29% pensa che fra una ventina d’anni il panorama motoristico sarà dominato dall’alimentazione elettrica (a destra la nuova Nissan Leaf – a oggi ancora l’elettrica più venduata al mondo), il 21,5% dall’ibrido. Più ottimisti degli italiani, a livello europeo, sul predominio elettrico, solo gli spagnoli con il 37,4%.
Una tendenza che il Salone di Francoforte ha confermato, con visioni meno o – spesso – ancora più ottimistiche. Per alcuni fino al 2020 la mobilità elettrica non diventerà un’alternativa seria al plug-in hybrid. Questione di costi della tecnologia elettrica avanzata e soprattutto di sviluppo delle infrastrutture. Oggi in Europa non sono ancora sufficienti a sostenere la mobilità elettrica al 100%. E anche per la semplice ricarica da casa i tempi sono ancora troppo lunghi.
Eppure molte cose fanno credere che i problemi potranno essere risulti nel corto e medio termine. Tesla (a destra la X configurazione concept) ne dà dimostrazioni concrete, come Renault-Nissan, PSA o le joint-venture in atto.
Svanito come sappiamo l’accordo tra Suzuki e Volkswagen per la questione del Diesel Gate, le attività in tal senso proliferano.
Daimler-Renault Nissan stanno portando avanti l’argomento “cooperazioni elettriche”. Ufficiale la fornitura per la Smart dei motori elettrici Renault come l’accordo tra PSA e Dongfeng per una nuova auto elettrica che verrà lanciata nel 2020. Pure Apple-Google ci si sono messi d’impegno, con l’appoggio (ancora) di Tesla. Arrivare presto ad avere ottime potenze, con una manciata di minuti necessaria per autonomie di 500 km è fattibile.
Anche per le sportive. Sulla scia Tesla, la Porsche Mission E (a sinistra) e l’Audi 4 e-tron ci stanno provando. Lo lasciava intendere anche Ulrich Hackenberg, membro del board di Audi – l’innalzamento delle tensioni è una strada per guadagnare in autonomia e ridurre le dimensioni dei cavi e i pesi – ma le infrastrutture devono tenere il passo delle tecnologie.
I giochi stanno cambiando velocemente. La prova dell’auto-trasporto con veicolo a guida autonoma programmata a Singapore e poi New York per il 2016 è un chiaro segnale. Per la produzione, i big prevedono di partire per il 2020.
Per una forte “scossa” di grande attualità – la ” elettrificazione 2.0 “, come potremmo definirla.
Già oggi il 19,6% degli intervistati si accontenterebbe di un’autonomia di 250 km, ma è ovvio che sono percentuali teoriche: il mercato ha bisogno di molte di più in fatto di certezze. Le tecnologie ci arrivano. L’adeguamento delle infrastrutture devono mantenere le promesse, accelerare soprattutto in Europa per assottigliare le differenze con gli USA, dove già le colonnine o la semplice ricarica casalinga rendono tutto molto più semplice. L’energia solare è una grande forza, insieme alla connettività.
Secondo gli europei, è soprattutto il costo del carburante il principale motivo per cui i motori a combustione interna avranno poco futuro. La diminuzione delle riserve di petrolio, le situazioni geologiche e politiche incerte sta sempre più aprendo alla propulsione con sistemi alternativi.
E gli italiani risultano tra i più motivati, convinti oltretutto che la mobilità di nuova generazione rappresenti anche un balzo in avanti (a lato Model S) per il comfort e la piacevolezza del viaggiare.
Photogallery elettriche al Salone di Francoforte
L’energia solare è una grande forza!
Dobbiamo proprio rassegnarci?
Vanno benissimo in città
Il progresso è inevitabile